Ludovico Caiazza, il presunto killer dell’orafo romano Giancarlo Nocchia ucciso nel suo negozio il 15 luglio scorso, è stato trovato impiccato nella sua cella di isolamento. Evidentemente non retto alle pressioni di essere ritenuto l’omicida del gioielliere.
L’uomo, di origini napoletane, si è suicidato con un lenzuolo nel reparto di isolamento del penitenziario di Regina Coeli. Il suo corpo è stato senza vita è stato rinvenuto intorno alle 23 di domenica sera dagli agenti della polizia penitenziaria che dovevano sottoporre il detenuto a un controllo ogni quindici minuti. Inutili sono stati soccorsi.
L’allarme è scattato quando le guardie si sono accorti che in cella c’era qualcosa che non andava. Entrati, lo trovato appeso al lenzuolo che hanno subito tagliato per prestare i primi soccorsi, ma era ormai troppo tardi. L’ambulanza è arrivata a Regina Coeli in pochi minuti ma la corsa in ospedale è stata inutile. Caiazza era già morto.
Caiazza, una entrato in carcere sabato notte, nella giornata di domenica, ha avuto un colloquio con la psicologa alla quale non è sfuggito “il forte stato di agitazione” del detenuto. Stato di agitazione probabilmente dovuto all’astinenza da droga. Da quello che hanno riferito gli inquirenti, il giovane 32enne, era un tossicodipendente.
Dopo l’incotro con la psicologa, c’è stato un incontro di un’ora tra il presunto omicida e l’avvocato d’ufficio.
La procura di Roma ha aperto ora un fascicolo sul suicido di Caiazza. Anche il Dap ha aperto un procedimento. Dopo la cattura da parte del Nucleo investigativo dei Carabinieri ancora non era stato sottoposto a interrogatorio di garanzia da parte dei magistrati. Era ancora in stato di fermo. Il gip non ha avuto il tempo di valutare gli esiti investigativi per convalidare o meno in arresto il fermo di Caizza.
Il procedimento, affidato al pubblico ministero, Sergio Colaiocco, è rubricato come “atti relativi”, cioè senza ipotesi di reato e senza indagati. L’esame autoptico è stato disposto per martedi 21 luglio.
Caiazza, 32 anni, era stato fermato sabato dai Carabinieri, nei pressi della stazione di Latina, dopo una gigantesca caccia all’uomo. Era in compagnia di un altro uomo e aveva con sé due pistole e un borsone che con la refurtiva che si ritiene sia quella della gioielleria Nocchia, svaligiata il pomeriggio del 15 luglio scorso e in cui è stato ucciso l’orafo Giancarlo Nocchia, di 70 anni.