
I Carabinieri delle Stazioni di Calvi Risorta e Pietramelara, a conclusione di una complessa attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare emessa dal Gip presso il locale tribunale nonché il divieto di dimora nella Regione Campania nei confronti di tre persone, appartenenti allo stesso nucleo familiare, gravemente indiziati in concorso dei reati di usura ed estorsione continuata ed aggravata.
Gli indagati a cui sono state applicate le misure cautelari sono: Giuseppe Sauchella, classe 1976 (carcere); Achille Sauchella, classe 1972, (carcere); Salvatore Sauchella classe 1952, (divieto di dimora nella Regione Campania).
La complessa ed articolata attività di indagine nasce nell’estate del 2013, quando uno degli imprenditori vittima di usura da parte dei Sauchella, esasperato dalle continue vessazioni e richieste di denaro, veniva costretto a trovare riparo all’estero per sottrarsi proprio alle vessazioni dei presunti usurai.
Ciononostante, gli indagati avevano iniziato a rivolgere le proprie malevoli attenzioni nei confronti dei familiari dell’imprenditore: tale circostanza induceva quest’ultimo, che si trovava all’estero, a mettersi in contatto con i Carabinieri, per richiedere il loro urgente intervento a protezione dei propri familiari, dimoranti in provincia di Caserta.
Le indicazioni fornite consentivano di individuare nei Sauchella, effettivamente residenti in Pietramelara, i
possibili autori delle condotte criminose denunciate dal primo imprenditore e di dare l’avvio ad una mirata attività investigativa, articolatasi prevalentemente nella effettuazione di intercettazioni telefoniche ed ambientali, per effetto delle quali veniva disvelato un giro di denaro prestato con interessi usurari, che mai sarebbe venuto fuori, a causa delle forti sacche di omertà registrate tra le vittime.
Queste ultime, infatti, lungi dal denunciare spontaneamente le pratiche estorsive ed usurarie subite per anni, in occasione delle informazioni rese agli inquirenti, si sono visibilmente mostrate preoccupate per le possibili ritorsioni da parte degli indagati.
È stato, in tal modo, raccolto, un grave quadro indiziario a carico dei Sauchella, in relazione ai reati di usura
ed estorsione, praticata a danno di cinque imprenditori essendosi accertata la gestione da parte degli stessi, negli anni 2012-2014, di un vasto giro di prestiti di denaro (pari a ca. 100 mila euro) in favore di numerosi soggetti, molti dei quali imprenditori commercianti, con applicazione di tassi di interesse usurari oscillanti tra il 30% ed il 50% su base mensile; venivano inoltre registrati frequenti episodi di intimidazione nei confronti delle vittime, sovente, apertamente minacciate di morte, in caso di inadempimento degli impegni assunti alle scadenze previste. Sono stati inoltre registrati frequenti tentativi, da parte degli stessi indagati, resisi conto ad un certo punto di essere oggetto di attenzione investigativa, di indurre le vittime a rendere
versioni di comodo agli inquirenti; realizzando un sistema di inquinamento probatorio che pure è stato posto a sostegno della misura cautelare oggi eseguita.
Contestualmente, è stata data esecuzione ad un provvedimento di sequestro di beni immobili, beni mobili e
disponibilità finanziarie, ex art. 12-sexies legge 356/1992 (la c.d. confisca per valori equivalenti), essendo stata ricostruita, per effetto di accertamenti delegati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere ai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Caserta – sezione patrimoniale – in capo agli stessi indagati Sauchella ed ai componenti dei rispettivi nuclei familiari, una accumulazione patrimoniale del tutto sproporzionata rispetto sia ai redditi dichiarati nel corso degli anni sia ai proventi delle attività lavorative. L’odierno provvedimento di sequestro ha riguardato beni immobili, tra cui una villa di oltre 13 vani, per un valore complessivo superiore ai 500.000 euro, autovetture di lusso e conti correnti nella disponibilità degli indagati e dei loro prossimi congiunti, i cui saldi attivi risultano in fase di accertamento.