Saranno interrogati oggi, dal gip Elisabetta Meyer, i due presunti terroristi arrestati mercoledi a Brescia con un blitz della Digos e dalla della Polizia postale coordinato dalla procura di Milano che li accusa di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico.
Si tratta di un pakistano e un tunisino da qualche anno in Italia e presunti seguaci del Califfato: Briki Lassaad, classe ’80, nato a Kairouan (Tunisia) e Waqas Muhammad, classe ’88 nato, a Gujirat (Pakistan).
I due fanatici dell’Isis avrebbero avuto nel mirino, fra gli altri obiettivi, anche la base militare di Ghedi, nel bresciano. Uno dei due in una intercettazione, ha espresso la volonta di uccidere due o tre Carabinieri in servizio nella base militare.
Le indagini, condotte dagli uomini della Digos e del servizio Polizia postale, hanno permesso di accertare che i due, sostenitori dell’Isis, svolgevano continuativa attività di istigazione pubblica in rete. I due presunti terroristi avevano creato anche un account su Twitter “Islamic_State in Rom” e, secondo i pm, progettavano azioni terroristiche.
Sulla piattaforma Social – spiegano gli investigatori – c’erano messaggi minacciosi a firma Islamic State: sullo sfondo alcuni luoghi simbolo, a Roma e Milano, come il Colosseo, la stazione Centrale e il Duomo milanese.
Nei loro messaggi minacciosi, apparsi in forme diverse, già mesi addietro, in altre operazioni antiterrorismo, si legge: “Siamo nelle vostre strade. Siamo ovunque. Stiamo localizzando gli obiettivi, in attesa dell’ora X”. Messaggi scritti in italiano, arabo e francese, su foglietti tenuti in mano e, sullo sfondo, luoghi simbolo di Roma e Milano. Nei loro obiettivi ci sarebbero stati anche mezzi della Polizia di Stato e della Polizia locale, fermate della metropolitana, tratti autostradali e bandiere dell’Expo.
Arrestati questa mattina 2 sostenitori dell’Isis a #Brescia. Nostro sistema controllo dimostra ancora una volta la sua efficacia #senzasosta
— Angelino Alfano (@angealfa) 22 Luglio 2015
Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal gip Elisabetta Meyer che giovedi procederà con gli interrogatori. Secondo gli investigatori i due avevano i documenti in regola e vivevano in Italia da anni,in particolare nel Bresciano, a Manerbio.
I due sono stati a lungo pedinati dagli uomini della Digos con l’ausilio della polizia postale che ha avuto modo di registrare i messaggi che avevano scritto su delle buste da lettere. I due avevano scaricato da internet anche un “manuale per i mujahidin occidentali”, ha detto in conferenza stampa il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli.