Cinque persone sono state arrestate ed altre sei sono state sottoposte all’obbligo di firma in una operazione della Guardia di finanza di Sibari (Cosenza) per una truffa all’Inps e all’Inail. I finanzieri hanno anche sequestrato beni per 5 milioni di euro. Le persone coinvolte, tra cui un ex dipendente dell’Inps, attraverso falsi documenti attestavano rapporti di parentela con persone decedute per incassare le indennità. Scoperta anche una truffa ai danni dell’Inail di Napoli.
L’operazione, denominata “Easy allowance” (indennità facile) è scattata all’alba è il frutto di complesse indagini della Guardia di Finanza di Sibari (Cs) avviate nel periodo maggio 2012 – aprile 2015, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Castrovillari. Le Fiamme Gialle hanno accertato l’indebita percezione di indennità previdenziali ed assistenziali (ratei di pensione maturati e non riscossi), erogate dall’ufficio territoriale Inps di Castrovillari (Cs), a favore di 456 eredi o delegati alla riscossione di persone decedute alle quali, “ante mortem”, era stata riconosciuta l’indennità di accompagnamento.
L’importo complessivo della truffa ai danni dell’Inps è stato quantificato in circa 4.700.000 euro ed è stato determinato dalla illegittima lavorazione, da parte del dominus del sodalizio (già dipendente dell’ufficio Inps interessato ), di 615 pratiche di pensione, su un totale di 715 lavorazioni esaminate. Le indagini hanno consentito di rilevare l’indebita percezione di ulteriori indennità previdenziali e assistenziali erogate, questa volta, dall’Inail di Napoli – ex Ipsema (settore marittimo), per un importo complessivo di circa 200.000 euro.
Tutto ciò, grazie alla predisposizione e l’utilizzo di documentazione amministrativa falsa che attestava l’esistenza dei requisiti soggettivi ed oggettivi richiesti dalla normativa vigente. Per giungere a tali conclusioni le Fiamme Gialle cosentine hanno: acquisito ed esaminato la documentazione amministrativa riferita a 715 pratiche di pensione, per un totale di indennità liquidate quantificato in oltre 5,5 milioni di euro; eseguito rilevamenti presso centinaia di comuni interessati e in vari studi notarili; acquisito i verbali delle commissioni medico legali istituite nei Distretti Sanitari ASP di Cosenza (CS), Trebisacce (CS), Castrovillari (CS) e S. Marco Argentano (CS); acquisito la documentazione bancaria riferita ad oltre 500 conti correnti bancari/postali. Nel corso dell’attività sono state eseguite specifiche indagini tecniche, perquisizioni e sequestri nei confronti dell’indagato principale e dei soggetti a lui vicini, con conseguente acquisizione di un’enorme mole di documentazione e dati anche informatici, utili alle indagini.
L’analisi dei dati acquisiti ha consentito alle Fiamme Gialle di Sibari di rilevare che gli arrestati, con riferimento alla truffa all’Inps, avevano predisposto: falsi verbali di visita medico collegiale, attestanti lo stato di invalidità per il riconoscimento dell’indennità in argomento; false identità anagrafiche e conseguenti falsi rapporti di parentela, tra i destinatari del trattamento deceduti ed i soggetti che materialmente hanno percepito le indennità; falsi atti testamentari, attraverso i quali i soggetti indebiti beneficiari interessati hanno potuto documentare falsamente lo stato giuridico di erede universale della persone deceduta. è stata rilevata inoltre l’avvenuta attivazione di 51 conti correnti bancari, a nome d 46 soggetti anagraficamente inesistenti, utilizzati dal sodalizio per incassare, veicolare e “polverizzare” gran parte dei proventi della truffa, con l’intento di rendere difficoltosa l’individuazione degli effettivi destinatari delle somme.
Con riferimento all’indebita percezione delle indennità Inail, l’analisi dei dati acquisiti ha consentito di rilevare: la creazione – ad hoc – di 24 false identità, riferite a presunti operatori marittimi; il successivo inserimento di tali dati nel sistema informatico Inail, in assenza di qualsiasi documentazione giustificativa; l’attivazione dei relativi conti correnti bancari su cui accreditare le somme indebitamente liquidate a favore degli stessi. A conclusione dell’intera attività espletata, sono state interessate complessivamente 21 Procure sull’intero territorio nazionale per i singoli reati di truffa.