Una consulente del ministero dell’Economia, Susanna Masi, avrebbe “rivelato” segreti fiscali al colosso di consulenza legale e tributaria Ernst & Young e per farlo avrebbe percepito un compenso di almeno 220 mila euro. Lo scrive il Corriere della Sera citando una inchiesta della procura di Milano che ipotizzerebbe a carico della società Ernst & Young (Italia), e al suo senior partner e rappresentante italiano Marco Ragusa, i reati di “corruzione” della consigliere ministeriale alla quale contestano anche l’ipotesi di “rivelazione di segreto d’ufficio” e il reato di “false attestazioni sulle qualità personali” per non aver dichiarato il proprio conflitto di interessi.
Da un lato, scrive il quotidiano milanese, Masi avrebbe «fornito a Ernst & Young notizie riservate possedute grazie al suo ruolo istituzionale di membro della segreteria tecnica» o «consigliere del ministro», così consentendo alla società di poter offrire ai grossi clienti (specie banche) servizi di ottimizzazione fiscale già parametrati sulle norme in divenire. Dall’altro lato sarebbe avvenuto anche il contrario, e cioè la consigliera ministeriale si sarebbe “resa disponibile a proporre modifiche, a vantaggio di Ernst & Young e dei suoi clienti, alla normativa fiscale interna in corso di predisposizione, nella materia di transazioni finanziarie nella quale era direttamente coinvolta quale membro della segreteria tecnica del ministero”.
L’accusa di “rivelazione di segreto” appare legata al fatto che Masi — secondo la lettura che la Procura fa di mail del 30 maggio 2013 e di intercettazioni del 28 marzo 2014 — avrebbe «comunicato a Ernst & Young notizie riservate, ottenute per ragioni d’ufficio e che dovevano restare segrete, relative alla proposta di introduzione di una tassa europea sulle transazioni finanziarie», e “discusse tra i rappresentanti degli 11 Stati partecipanti ai lavori della cooperazione internazionale”.
Susanna Masi, scrive il Corsera, lavorò per il gruppo e dal 2012 è entrata a far parte come consulente del ministero dell’Economia nei governi Monti, Letta e Renzi. Attualmente, sarebbe alle Entrate-Riscossione, ex Equitalia.