Alexis Tsipras si è salvato, ma è rimasto solo, quasi eclissato dalle sue decisioni che hanno spinto il popolo ha voltargli le spalle. Il pacchetto di riforme di austerity è stato approvato dal Parlamento greco prima di mezzanotte con 229 voti a favore su 300. I voti contrari sono stati 64 (tra cui l’ex ministro delle Finanze Yanis Varoukakis e la presidente dell’assemblea Zoe Konstantopolou) e gli astenuti sei.
In soccorso al primo ministro sono andati i partiti di opposizione filoeuropeisti. Determinanti i voti di Nea Dimokratia, Pasok e To Potami, che hanno votato “Si”, come il partito di destra Anel del ministro della Difesa Kammenos. Su 149 deputati di Syriza, 40 hanno espresso voto contrario.
Adesso si apre la strada al “bailout”, il “salvataggio” della Grecia con un mega prestito di 86 miliardi di euro. Erano questi i patti presi con l’Eurogruppo e fin qui il premier può “vantarsi” di averli rispettati anche se rimane del tutto isolato sia nel suo partito, Syriza, che nel suo governo che nelle ultime ore ha perso importanti pezzi proprio per non condividere le responsabilità sulle “folli” misure di austerità accettate dopo aver vinto un referendum in cui si affermava il contrario. “Non sono misure che ci piacciono, ma siamo costretti ad accettarle”, ha detto il premier in Parlamento.
E’ molto probabile che si apra la strada a elezioni anticipate, sebbene il portavoce del governo Gabriel Sakellaridis, ha dichiarato che non è una ipotesi per ora sul campo, viste le ampie divisioni nel partito di maggioranza di cui a cominciare dallo stesso Tsipras si è consapevoli.
Il piano che il primo ministro ha portato a Bruxelles prevede profonde riforme “lacrime e sangue” in cambio di prestiti per 86 miliardi di euro. Saranno toccate le pensioni, vi saranno tagli significativi alla spesa pubblica, aumento dell’Iva e della tassazione e il via libera alle privatizzazioni.
Un pacchetto che il partito di sinistra, Syriza, nella sua maggioranza, ha respinto con fermezza. “Non possiamo tradire la volontà popolare”, espressa con il “No” alle precedenti misure che erano “di gran lunga migliori” del piano proposto dal capo del governo.
In piazza Syntagma ieri ci sono stati violenti scontri tra manifestanti e forze dell’Ordine, giovani scesi in piazza per ribadire il loro Oxi al Parlamento, ma questa volta con la violenza. Il Day after non promette nulla di buono per Alexis Tsipras, il piccolo e coraggioso “Davide” che sconfisse, con la Democrazia, i “Golia” della Finanza ma poi ha ceduto alle pressioni dell’Eurogruppo col risultato di “fare peggio” e aumentare il peso della zavorra con cui i greci saranno costretti a navigare per i prossimi anni.
Una zavorra grande quanto la “sconfitta politica” che Tsipras si porta dietro. Adesso dovrà fare i conti sia col popolo greco, stretto in una “morsa mortale”, sia con il suo partito che di fatto lo ha già “sfiduciato”. La leadership che aveva rafforzato enormemente dopo la consultazione referendaria si è repentinamente indebolita, fino a eclissarsi. In poche ore è stato artefice della sua ascesa e del suo declino…