Il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk ha cancellato l’atteso vertice a 28 di domenica a Bruxelles. Sarà convocato quando, dopo la netta opposizione della Germania sul piano di salvataggio greco (“Grexit per 5 anni”), le posizioni saranno più chiare.
Questa mattina era ripresa a Bruxelles la riunione dell’Eurogruppo ma poi tutto è slittato. Secondo indiscrezioni apprese dall’Ansa, ieri notte intorno al tavolo dell’Eurogruppo si sarebbe consumato uno “scontro” tanto duro tra il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e il presidente della Bce Mario Draghi da “consigliare” di chiudere lì l’incontro. In particolare Schaeuble, davanti a Draghi che sostanzialmente spiegava come evitare la Grexit, lo avrebbe apostrofato dicendogli: “Non prendermi per stupido!”. La riunione è quindi ripresa stamane ma evidentemente non c’erano più le condizioni di un clima sereno e disteso per affrontare l’emergenza Grecia, soprattutto alla luce dello “scontro” Draghi Schaeuble.
Il premier italiano Matteo Renzi, dal suo canto ha ribadito che un’Europa senza la Grecia è “impensabile”. Ma il collasso della Grecia è incombente e l’unico modo per evitarlo sarà la prosecuzione – per quanto condizionata e limitata – del programma di sostegno della Bce alle banche elleniche. Un’ipotesi che però Schaeuble, al momento, vede come fumo negli occhi.
Nella giornata di sabato il piano presentato dal premier greco Alexis Tsipras all’Eurogruppo è piaciuto ai membri e ai partner europei, tranne alla Germania che, attraverso il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, ha fatto sapere di ritenerlo “inaffidabile”. Dopo l’approvazione da parte del parlamento greco, in cui Syriza, partito del capo del governo, si è di fatto spaccato, Tsipras ha proposto un piano di riforme “lacrime e sangue” per ottenere maggiori finanziamenti dal Fmi. I suoi colleghi di partito l’hanno definita “peggiore” di quella sottoposta al voto di domenica 5 luglio: “A cosa è servito il referendum?”, è stato detto.
In Parlamento il premier ha spiegato che quella di oggi “è la migliore proposta possibile, non voglio svendere il mio paese”, facendo intendere che non ci sono alternative. Il piano è “pesante” per il popolo greco. Alcune azioni, come l’innalzamento della tassazione delle imprese è dura da digerire, fanno sapere da Syriza. Stessa cosa sull’Iva e tasse per il comparto turistico, vero traino dell’economia greca e che potrà deprimere il Paese anziché spingerre crescita e consumi. E l’Eurogruppo, ancora riunito, si spacca a sua volta con cinque stati membri con in testa la Finlandia, che nell’apposita commissione respingono il piano di salvataggio della Grecia. E’ caos a tutto tondo. Il problema adesso è la Germania che punta i piedi sulla “inaffidabilità” del piano proposto da Atene.
Tanto da spingere Schaeuble a proporre una “Grexit per cinque anni”, il tempo necessario, secondo Berlino, in cui Atene potrebbe ristrutturare il suo debito. Il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, citando un documento del ministero delle Finanze, anticipa questa volontà del titolare del Tesoro tedesco. Rispetto ai nuovi prestiti richiesti da Atene per quasi 80 miliardi di euro, Schaeuble spiega che “non ci sono i presupposti per un nuovo programma di aiuti basato su 3 anni. Mancano – fanno sapere dal ministero – ambiti centrali di riforma per modernizzare il Paese e produrre crescita e sviluppo sostenibile nel lungo periodo”.
L’anticipazione del Frankfurter Allgemeine Zeitung sulla volonta del ministro tedesco viene però smentita dall’Eurogruppo. “Nessuno ha menzionato l’ipotesi di Grexit all’Eurogruppo di oggi sulla Grecia”, fanno sapere fonti del governo greco citate dai media greci ed internazionali. “E’ impraticabile” la teoria della Germania per tenere, seppure a tempo, Atene fuori dalla zona euro. Soprattutto perché non si comprende se la Grecia nel frattempo debba tornare alla Dracma.
Fonti citate questa volta dal Wall Street Journal riferiscono che la Germania di Angela Merkel si sarebbe opposta a estendere la scadenza dei finanziamenti alla Grecia a 60 anni, come chiesto dal Fmi. Questo perché, il Fmi riterrebbe che la scadenza dei prestiti dall’area euro andrebbe raddoppiata dagli attuali 30 anni a 60 perché così si renderebbe il debito greco più gestibile.
Se si arrivasse ad un accordo con la Grecia “le banche potrebbero riaprire la prossima settimana”. Lo ha detto il ministro dell’Economia George Stathakis parlando alla tv greca, secondo quanto riporta Bloomberg. I controlli sui capitali rimarrebbero invece in vigore anche dopo la riapertura delle banche. Insomma, totale caos. [Modificato 12/05/2015 ore 13:25]