Il dramma dei profughi sta assumendo proporzioni apocalittiche. L’ultima tragedia in ordine, è quella registrata in Turchia dove le immagini stanno facendo il giro del mondo. Non ci sono parole per commentare le foto di un bambino, un piccolo profugo siriano, il cui corpicino senza vita è stato trovato in spiaggia a Bodrum, a Sud del paese.
Il quotidiano britannico “The indipendent” ha deciso di pubblicare le foto “choc” proprio per lanciare un forte messaggio all’Europa: ”Se queste immagini non cambiano l’atteggiamento dell’Europa nei confronti dei rifugiati, cosa può farlo?”, si chiede il tabloid inglese.
Il bimbo siriano, ritratto morto nelle foto – che pubblichiamo facendo uno “strappo” alla deontologia professionale, non per impressionare benpensanti e radical chic, ma per associarci all’appello sacrosanto dell’Indipendent di scuotere la “coscienza” di questa Ue – era a bordo su una barca insieme alla sua famiglia. Il piccolo, dell’età apparente di due anni e mezzo – tre, si vede disteso senza vita sulla spiaggia con il viso ripiegato in giù su di un lato. Una guardia turca poi lo prende in braccio per portarlo via. Si chiamava Aylan Al-Kurdi e aveva un fratellino più grande di lui. I suoi genitori volevano per lui un futuro migliore lontano dalla loro Siria in mano all’Isis.
Il natante, per cause sconosciute, è improvvisamente affondato mentre attraversava il breve tratto di mare che da Badrum porta all’isola greca di Kos. Un viaggio di poche miglia da farsi in un’ora al massimo. Qualcosa deve essere andato storto. Almeno altre nove persone sono morte in quel naufragio. Avevano pagato per quel tragitto circa mille dollari a scafisti e trafficanti cinici e spregiudicati che sembra nessuno riesca a fermare.
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Immagini, queste, che, come scrive il quotidiano britannico “Sono straordinarie e servono come duro monito ai leader europei”. Foto che impongono una seria riflessione alla Ue, che si è mezza “scandalizzata” quando ha visto le immagini raccapriccianti dei 71 cadaveri nel camion in Austria. Una classe politico burocratica che fino ad allora ha sempre ignorato il dramma che vive l’Italia e che vivono i “deportati” del Terzo millennio nel Mediterraneo, le cui acque pullulano di cadaveri. Alla vista dei cadaveri le loro coscienze dovrebbero dare segnali di reazione. Dovrebbero.
Dopo il Canale di Sicilia, il flusso maggiore di migranti sta avvenendo via terra, dalla Siria alla Turchia e poi su lungo il dorsale balcanico. Destinazione Germania, Francia e Gran Bretagna. La terra promessa per molti disperati che scappano dai conflitti, dalla fame e dalla miseria. In cerca di una vita migliore.
In attesa che si svegli l’inutile e costosissima Onu, se l’Europa non vuole i profughi, faccia un piano di aiuti concreto a favore di questi paesi, defenestrando dittatori al potere e catturando i trafficanti. L’Occidente ha tutti i mezzi. Tutti i Servizi segreti del mondo sanno chi sono e dove vivono gli schiavisti. E poi dicano a Ban Ki Moon di mandare i caschi blu fino a quando quelle regioni non saranno stabilizzate.
AGGIORNAMENTO Sono morti anche la mamma e il fratellino di 5 anni di Aylan, il bimbo di 3 anni annegato ieri le cui foto hanno commosso e indignato il mondo. Lo ha riferito il padre, unico sopravvissuto, che vuole tornare nella città siriana per seppellire la famiglia. “Mi è scivolato dalle mani…”. LEGGI