Il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, di 33 anni, è stato dichiarato colpevole di spionaggio e condannato a 16 anni in un carcere di massima sicurezza, secondo un reporter della Tass presente in aula.
Nel leggere il verdetto, il giudice ha affermato che la corte lo ha ritenuto “colpevole di aver commesso il reato”. Ha anche affermato che la corte ha stabilito “di imporre una pena di 16 anni in un carcere di massima sicurezza”.
In precedenza, la Corte regionale di Sverdlovsk aveva tenuto due sessioni del caso a porte chiuse prima di ascoltare le arringhe conclusive venerdì. L’accusa aveva chiesto una pena detentiva di 18 anni. Gershkovich non si è dichiarato colpevole.
Il Servizio di sicurezza federale russo, noto anche come FSB, ha affermato che Gershkovich ha raccolto informazioni che costituiscono un segreto di Stato su un’impresa dell’industria della difesa russa su ordine degli Stati Uniti. Il reporter è stato arrestato in flagranza nella città di Ekaterinburg, negli Urali, a marzo del 2023.
Il presidente della Federazione russa Vladimir Putin nell’intervista con Tucker Carlson dello scorso febbraio si era detto disposto a interessarsi della questione Gershkovich.
“…Abbiamo compiuto così tanti gesti di buona volontà per decenza che penso che ne abbiamo esauriti. Non abbiamo mai visto nessuno ricambiarci in modo simile. Tuttavia, in teoria, possiamo dire che non escludiamo che ciò possa avvenire se i nostri partner adotteranno misure reciproche”. Aveva detto Putin. “Quando parlo di ‘partner’ mi riferisco innanzitutto ai servizi speciali. I servizi speciali sono in contatto tra loro, parlano della questione. Non esiste alcun tabù per risolvere la questione. Siamo disposti a risolverla, ma ci sono alcuni termini che vengono discussi tramite canali di servizi speciali. Credo che un accordo possa essere raggiunto. Non escludo il signor Gershkovich, possa tornare in patria. In fin dei conti non ha alcun senso tenerlo in prigione in Russia”, aveva affermato Putin.