Una donna italiana che è rientrata l’altro giorno da Wuhan, in Cina, e che era insieme agli oltre cinquanta connazionali in quarantena al campus militare della Cecchgnola, è stata trasferita cautelativamente all’istituto Spallanzani di Roma. Lo riferisce il ministero della Salute. La nostra connazionale non è affetta da coronavirus, ma è in osservazione per un’altra patologia.
Si tratta – riferisce una nota del ministero – di una donna con sola congiuntivite. Sebbene negativa al test di nuovo coronavirus 2019-nCoV, è stata trasferita, a titolo precauzionale, all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma per ulteriori accertamenti”, riferisce ancora il ministero.
A ieri, 7 febbraio, i contagiati da coronavirus in Italia sono 3, secondo il report dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Ci sono la coppia di coniugi cinesi ricoverati ancora in terapia intensiva, più un altro giovane rientrato dalla Cina.
Intanto, nelle scuole italiane i presidi chiedono l’aggiornamento delle misure precauzionali. Una circolare ad hoc era stata già diramata dal Ministero dell’Istruzione il 1 febbraio scorso.
“L’aggiornamento delle misure precauzionali di contrasto alla diffusione del coronavirus, deciso dal ministero della Salute, prevede che il ministero della Istruzione dirami a sua volta nuove istruzioni alle scuole”.
Secondo il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, “sembra che i dirigenti scolastici saranno chiamati ad attivare il Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento ma solo su segnalazione delle singole famiglie di alunni e studenti tornati dalle regioni cinesi interessate dal contagio nei 14 giorni precedenti”.
“Per quanto è dato di sapere”, ha spiegato Giannelli, il “personale sanitario provvederà in questi casi a rilevare lo stato febbrile e gli altri eventuali sintomi, e questo costituisce un deciso miglioramento rispetto a quanto previsto dalla precedente circolare che affidava il monitoraggio al personale scolastico. Il ministero della Salute, nel ribadire che il diritto all’istruzione ed alla frequenza scolastica è inviolabile, se non in presenza di “evidenti e conclamate controindicazioni di carattere sanitario”, afferma “anche di essere favorevole alla autonoma scelta delle famiglie di decidere la permanenza volontaria fiduciaria a casa dei ragazzi interessati”.
Nella precedente comunicazione alle scuole e alle università il Miur aveva fornito una serie di istruzioni, attivando docenti e non, a monitorare la situazione negli istituti.