Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i ministri Speranza, Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini e Lamorgese sono indagati dalla Procura di Roma nell’ambito di una inchiesta per la gestione dell’emergenza Covid in cui si contestano i reati di epidemia colposa, omicidio colposo plurimo, abuso d’ufficio, attentato contro la Costituzione dello Stato, attentati contro i diritti politici del cittadino, per citare i più gravi.
Gli atti sono stati trasmessi al Tribunale dei ministri. L’inchiesta nasce da diverse denunce presentate da febbraio ad oggi da altrettante persone residenti in varie parti d’Italia in merito alla gestione dell’emergenza coronavirus, su tutti: i ritardi dell’istituzione delle zone rosse in alcune aree del Nord Italia, dal totale lockdown ai provvedimenti adottati (i famosi dpcm), fino alle misure economiche.
La trasmissione da parte della Procura al tribunale dei ministri, “in base alle previsioni di legge, è un atto dovuto”, spiega una nota di Palazzo Chigi. “Nel caso specifico tale trasmissione è stata accompagnata da una relazione nella quale l’Ufficio della Procura “ritiene le notizie di testo infondate e dunque da archiviare”.
Il noto penalista, l’avvocato Carlo Taormina, che nei mesi scorsi ha presentato alcune denunce alla Procura di Roma ipotizzando i reati contestati oggi a Conte e agli altri ministri, nel commentare l’avviso di garanzia notificato ai membri del governo ha sottolineato come la nota della Procura di Roma in cui si suggerisce “l’archiviazione” è “inammissibile”. Questa, ha spiegato Taormina in un video su fb, “è una interferenza. La procura non può archiviare né chiedere ad altri magistrati l’archiviazione”, ha detto il legale.