Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto in cui si prevedono alcune misure di sicurezza supplementari per le città italiane. Nel testo previsto anche il “Daspo” urbano, misura oggi in vigore solo per i violenti allo stadio ma che potrebbe diventare realtà in sede di conversione del decreto legge.
“Non ci sono nuovi reati né aggravanti di pena – spiega il ministro dell’Interno Marco Minniti – ma misure come la possibilà di applicare in modo più ampio quello che si applica nelle manifestazioni sportive. Davanti a reiterate violenze sportive c’è il Daspo, di fronte a reiterati elementi di violazione di alcune regole sul controllo del territorio le autorità possono proporre il divieto di frequentare il territorio in cui sono state violate le regole”. Una sorta di divieto di dimora, con la differenza che potranno disporlo anche i sindaci.
“Da oggi (i sindaci) hanno un’arma in più per garantire la sicurezza dei cittadini: la legge. Finalmente non devono più combattere la battaglia per la sicurezza delle città con le armi spuntate. Con i nuovi e più incisivi poteri riconosciuti, su nostra sollecitazione, dal decreto legge potremo dare ai cittadini le risposte che si aspettano da noi pianificando la strategia. E anche contribuendo a reprimere i reati che particolarmente incidono sul diritto a sentirsi sicuri”, ha detto il presidente dell’Anci, Antonio Decaro.
Approvato dal governo anche un pacchetto di misure sull’immigrazione. Con il decreto andiamo, ha sottolineato Minniti, verso “un nuovo modello di accoglienza: l’Italia ha fatto un grande sforzo, siamo orgogliosi, ora il paese va più orientato verso un’accoglienza diffusa, perciò abbiamo fatto un patto con l’Anci e si lavora per avere in tempi ragionevoli una progressiva diminuzione dei grandi centri d’accoglienza”.
Secondo il premier, Paolo Gentiloni, il governo rende “più rapidi i processi di concessione del diritto d’asilo ai rifugiati, più trasparenti i meccanismi di accoglienza facilitando con diverse misure i meccanismi necessari per i rimpatri. L’obiettivo strategico non è chiudere le nostre porte ma trasformare sempre più i flussi migratori da fenomeno irregolare a fenomeno regolare, in cui non si mette a rischio la vita ma si arriva in modo sicuro nei nostro paesi e in misura controllata”.
“Ci teniamo molto stretti i nostri valori umanitari e dell’accoglienza e rivendichiamo il lavoro fatto in questi anni perché credo che l’Italia abbia fatto un buon curriculum nonostante le difficoltà ed i numeri da fronteggiare. Abbiamo negli ultimi anni in un certo senso indicato la strada all’Ue, ora bisogna rendere effettivo il principio di condivisione dell’onere dell’accoglienza”.