Vaccinazioni pediatriche, sì o no? È questo il dibattito che in questi giorni infiamma l’opinione pubblica, con pareri il più delle volte contrastanti. Ed era proprio questo il tema di una conferenza tenutasi in Senato, organizzata dall’onorevole Armando Siri (Lega) che ha coinvolto diversi personaggi del mondo scientifico.
Nonostante le posizioni diverse, su una cosa sembrano essere tutti d’accordo: l’invito alla prudenza. In particolare è l’intervento del prof. Giovanni Frajese, endocrinologo e associato dell’Università “Foro Italico” a far scattare un campanello d’allarme.
Innanzitutto, ha sottolineato Frajese, la sicurezza al 100% in scienza, non esiste. Basandosi poi sugli studi pubblicati sulle più accreditate riviste scientifiche, il professor Frajese sottolinea che il parametro di cui si sente parlare è la Riduzione relativa del Rischio, che per un vaccino come Pfizer si aggira intorno al 95%, ma non si sente mai parlare della Riduzione assoluta del rischio che invece è pari allo 0.84%.
“Personalmente io una figlia ce l’ho ma non la vaccinerò”, ha detto l’endocrinologo facendo un ragionamento sul perché della sua decisione. “E’ sicuro al 100% vaccinare i bambini con questi tipi di vaccini?”, si chiede Frajese illustrando dati e studi internazionali.
“Da medico, professore universitario e ricercatore – ha spiegato – ho fatto delle ricerche e ciò che ho scoperto non mi ha tranquillizzato per niente”, visto che questi vaccini a mRna, “sono del tutto nuovi”, e hanno avuto tempi di autorizzazione al commercio record rispetto ad altri vaccini per cui ci sono voluti anni di sperimentazione.
Quelli contro il Covid, inizialmente previsti dopo 18 mesi, come mostra la slide sopra, sono stati sufficienti molti meno mesi, tre o quattro. Si tratta di vaccini sperimentali il cui trial scadrà a dicembre 2023, dopo di che le case farmaceutiche dovranno fornire i dati completi della sperimentazione alle agenzie del farmaco.