Il dissidente di Forza Italia, Raffaele Fitto, leader dei “Ricostruttori”, potrebbe candidarsi come governatore della regione Puglia contro il candidato scelto da Silvio Berlusconi, Francesco Schittulli. Lo fanno sapere sindaci, amministratori e sostenitori di Raffaele Fitto in Puglia. L’europarlamentare sarebbe sostenuto da due liste civiche.
“La posizione – fanno sapere i fittiani – è quella di restare in Fi ma se in modo immotivato veniamo lasciati fuori dalle liste, allora si apre un’altra riflessione e non è da escludere la candidatura di Raffaele Fitto. Diamo il via ad una nuova fase”. La decisione è stata presa dopo che Berlusconi avrebbe riferito a Schittulli che “le liste di Fi le facciamo io e Vitali”, il commissario regionale di Fi nominato in Puglia dall’ex premier.
Dopo la scissione della Lega in Veneto, con Flavio Tosi espulso dalla Lega che si è ufficialmente candidato contro l’uomo di Matteo Salvini, Luca Zaia, a Sud i fittiani prendono “le misure” per avvertire l’ex premier che se non cambia strategia e soprattutto “atteggiamento” il canovaccio potrebbe essere simile a quello veneto.
Non era la soluzione auspicata da Fitto dopo il lacerante tira e molla in casa azzurra ma, raccontano gli uomini dell’ex governatore, “siamo in un angolo”, stretti tra una gestione “autoritaria” e una linea politica che “non è affatto cambiata”, nonostante gli appelli e le fallite mediazioni degli ultimi mesi.
Tra i fittiani pugliesi brucia ancora il commissariamento di Forza Italia in Puglia. Il presidente di Forza Italia a febbraio aveva piazzato Luigi Vitali, già sottosegretario alla Giustizia e uomo di fiducia di Berlusconi, scatenando la reazione di Fitto e dei suoi che in segno di protesta, avevano tutti lasciato gli incarichi politici all’interno del partito.
Lo stesso eurodeputato, dopo il commissariamento, aveva parlato di “epurazione” e comunque di un “atto di debolezza del partito”, una forza politica ormai “in via di estinzione” da nord a sud. L’esponente azzurro ha più volte incalzato l’ex cavaliere per un cambio di rotta del partito ma senza ottenere risposte concrete, anzi ha più volte rischiato l’espulsione per il suo dissenso.
La ragione della possibile scissione e pari pari a quella veneta: la rottura nella Lega avviene infatti quando Salvini sottrae a Tosi il potere di sindacare sulla formazione delle liste e anche per diversità di vedute politiche.
Il leader salentino, che da Forza Italia da tempo afferma di non voler lasciare, con l’annuncio dei suoi uomini, prepara di fatto i bagagli per abbandonare la casa madre e avviarsi coi suoi “Ricostruttori” verso una nuova avventura politica. Difficilmente Berlusconi, di fronte a chi gli getta il guanto in segno di sfida, cederà spazio politico. Chi lo conosce bene dice che preferisce fare come Sansone…, pur di non cedere al dissidente l’eredità del tempio azzurro.