Varoufakis si dimette ed è colpo di scena dopo la schiacciante vittoria del “No” al referendum di domenica. Il ministro delle Finanze greche, lascerà l’incarico in disaccordo con Tsipras che ha accettato dall’Eurogruppo di trattare l’accordo senza il suo ministro del tesoro. E l’Ue in meno di ventiquattrore spacca il governo greco.
Nella sua lettera, titolata “Minister No More!”, Yanis Varoufakis afferma che sarà sempre al fianco del premier ma il modo in cui è stato trattato, fa trapelare, lascia al ministro l’amaro in bocca.
“Il referendum del 5 luglio – scrive sul suo blog – rimarrà nella storia come un momento unico in cui una piccola nazione europea si è sollevata contro la schiavitù del debito.”
“Come tutte le lotte per i diritti democratici, dopo la vittoria è quindi essenziale che questo grande capitale” accumulato con l’exploit del No “venga immediatamente investito per ottenere una risoluzione adeguata e giungere a un accordo che prevede la ristrutturazione del debito, meno austerità, ridistribuzione a favore dei bisognosi, e riforme reali”.
Minister No More! http://t.co/Oa6MlhTPjG
— Yanis Varoufakis (@yanisvaroufakis) 6 Luglio 2015
IL MOTIVO DELLE DIMISSIONI
“Subito dopo l’annuncio dei risultati del referendum, – è il rammarico di Varoufakis – sono stato messo al corrente che alcuni partecipanti dell’Eurogruppo, e “partner” assortiti, abbiano una certa preferenza per la mia … “assenza” alle riunioni. Un’idea che il Primo Ministro (Tsipras, ndr) ha giudicato potenzialmente utile per trovare un accordo. Per questo lascio il Ministero delle Finanze oggi”.
PUNTO DI ROTTURA
Ed è proprio questo il punto di “rottura”. Secondo Varoufakis Tsipras non doveva ammettere ingerenze dell’Eurogruppo di scegliersi anche le persone con cui trattare. Di trovare un accordo senza il suo ministro della Finanze. Oltretutto appare come il tentativo di Bruxelles di spaccare il governo greco dopo la vittoria del No.
“ORGOGLIOSO DEL MIO DISGUSTO PER LA TROIKA”
Vuol dire che “Porterò disgusto dei creditori con orgoglio”, ha detto Yanis Varoufakis. Il titolare delle finanze, artefice anche lui come Tsipras della vittoria del No, aveva contestato alla Troika, quindi anche all’Eurogruppo di comportarsi come dei “terroristi”. Varoufakis, non è mai stato gradito dall’eurogruppo per i suoi modi spicci e un po’ fuori “protocollo”, come si usa dire nei palazzi del potere.
“Considero mio dovere aiutare Alexis Tsipras come meglio crede, dopo l’exploit che il popolo greco ci ha consentito di avere attraverso il referendum di ieri”.
“Noi della sinistra – prosegue – sappiamo come agire collettivamente con senza curarci dei privilegi. Sosterrò pienamente il Primo Ministro Tsipras, il nuovo ministro delle Finanze, e il nostro governo”.
“Lo sforzo sovrumano per onorare le persone coraggiose della Grecia, e la famosa OXI (NO) che ha concesso ai democratici di tutto il mondo, è solo all’inizio”, ha concluso Varoufakis. Uno sforzo che per ora è stato “interrotto” dalla pesante ingerenza dell’eurogruppo.