COSENZA – Associazione mafiosa, estorsione, usura, turbata libertà degli incanti, favoreggiamento, traffico di tabacco lavorato estero, ricettazione, calunnia, intralcio alla giustizia e violazioni di domicilio, tutti aggravati dalle metodologie mafiose. Sono queste le accuse con cui sono state arrestate stamane 22 presunti affiliati alla cosca Valente-Stummo operante dell’Alto Tirreno cosentino.
L’operazione, denominata “Plinius II”, è stata eseguita dal Comando dei Carabinieri di Scalea su disposizione della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro coordinata da Vincenzo Antonio Lombardo, dagli aggiunti Vincenzo Luberto e Giovanni Bombardieri nonché dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni.
Secondo i pm i presunti picciotti della cosca Valente-Stummo di Scalea si accaparravano immobili di rilevante valore, impedendo la partecipazione alle aste di altre persone. Le indagini hanno consentito di delineare gli assetti dell’associazione che era in collegamento con la cosca Muto, della quale riconoscono la sovraordinazione ‘ndranghetistica. L’attività della cosca era finalizzata al controllo ed allo sfruttamento delle risorse economiche della zona mediante numerose estorsioni in danno di diversi commercianti ed imprenditori del luogo.
L’inchiesta che ha portato agli arresti di stamani, rappresenta un seguito delle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Scalea che nel luglio 2013 avevano portato all’esecuzione di 39 arresti. In quella occasione furono coinvolti anche il sindaco, cinque assessori ed il comandante della polizia municipale di Scalea.
Sulla base delle indagini in merito al presunto condizionamento dell’ Amministrazione comunale da parte della criminalità organizzata, il 25 febbraio 2014, è stato emesso il Decreto del Presidente della Repubblica per lo scioglimento del Consiglio Comunale di Scalea, che è ancora gestito da una Commissione straordinaria.
I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che sarà tenuta al comando provinciale dei carabinieri di Cosenza alle 11:30. Oltre al pool di magistrati calabresi dovrebbe essere presente il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti.
In carcere sono finiti
1) Aliberti Ferdinando, Classe ’82;
2) Arcuri Ettore, Classe ’77;
3) Carrozzini Luca, Classe ’85;
4) Crusco Giuseppe, Classe ’70;
5) Della Montagna Anthony Johnny, Classe ’90;
6) Esposito Edone, Classe ’87;
7) Barbaro Raimondo, Classe ’52;
8) Iacovo Emilio, Classe ’63;
9) Lombardo Gian Claudio, Classe ’88;
10) Misiano Giuseppe, Classe ’75;
11) Servidio Cantigno, Classe ’67;
12) Sollazzo Alvaro, Classe ’64;
13) Cipolla Franco, Classe ’61;
14) Stummo Alessandro, Classe ’87;
15) Valente Carmelo, Classe ’64;
16) Valente Luigino, Classe ’81;
17) Bloise Maria Francesca, Classe ’74;
18) De Luca Francesco, Classe ’77;
19) Maccari Guido, Classe ’82;
20) Mandato Antonio, Classe ’77;
21) Stummo Alessandra, Classe ’41.
Misura cautelare Obbligo di dimora
Faraco Angela, Classe ’74