I Carabinieri del Ros e la Guardia di Finanza di Messina, supportati dai militari di Palermo, Catania, Enna e Caltanissetta, nell’ambito di una vasta operazione contro l’associazione mafiosa di Tortorici (Messina), operativa nell’area dei Nebrodi, stanno dando esecuzione ad un ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta dalla DDA messinese, a carico di 94 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Con riferimento ai contributi, dalle indagini è emersa una “spartizione virtuale” del territorio operata dall’organizzazione mafiosa ai fini della commissione di un elevatissimo numero di truffe finalizzate ad ottenere ingenti contributi erogati dalla Comunità europea sui fondi agricoli.
Oltre 600 i militari coinvolti nell’operazione, in codice Nebrodi. Nel corso del blitz sono state sequestrate 150 imprese. Decapitati i clan mafiosi dei Batanesi e dei Bontempo Scavo.
Tra i destinatari del provvedimento, oltre ai vertici ed agli affiliati del sodalizio criminale, anche imprenditori e pubblici amministratori.
Secondo quanto emerso, i clan messinesi avrebbero intascato indebitamente fondi europei per oltre 5,5 milioni di euro, mettendo a segno centinaia di truffe all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), l’ente che eroga i finanziamenti stanziati dall’Ue ai produttori agricoli.
Milioni di euro dell’Unione europea sono finiti nelle tasche della mafia dei Nebrodi che incassava contributi destinati all’agricoltura. La truffa, scoperta dalla Guardia di finanza e dal Ros dei Carabinieri nell’ambito di un’indagine della Dda di Messina coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, ha portato 48 persone in carcere, gli altri ai domiciliari.
Ai domiciliari anche alcuni insospettabili, come il notaio Antonino Pecoraro, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa; alcuni dipendenti dei Centri di assistenza agricola e fra questi il sindaco di Tortorici, Emanuele Galati Sardo, accusato di concorso esterno. Le aziende ricevevano contributi Agea per terreni di cui non disponevano, sfruttando la complicità di addetti ai controlli.
I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11 di stamane presso l’aula magna della Corte d’Appello di Messina, con la partecipazione del Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Rao.