La procura di Genova ha aperto un’inchiesta in seguito all’improvvisa morte per meningite di un uomo di 33 anni, Fabrizio Vigo, avvenuta all’ospedale Galliera di Genova dopo essere passato per altri due ospedali.
L’uomo, che accusava dei dolori già nella notte tra martedi e mercoledi, era stato ricoverato la sera del 26 agosto all’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena dove però era stato dimesso la mattina dopo. Nel pomeriggio di venerdi 28 ha cominciato a sentirsi male nuovamente ed è stato ricoverato all’ospedale Galliera dove le sue condizioni sono peggiorate fino al decesso.
Il magistrato Alberto Landolfi, che ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche, vuole capire meglio le circostanze che hanno portato alla morte di Fabrizio Vigo, giovane imprenditore di serramenta, a Rossiglione. Non è chiaro se si tratta dell’ennesimo caso di “malasanità” in Italia.
Intanto l’Azienda sanitaria locale 3 di Genova in una nota spiega i passaggi della vicenda ospedalieri del giovane: “Il paziente è giunto all’osservazione del pronto soccorso di Villa Scassi alle 20.01 del 26 agosto, inviato dall’Evangelico di Voltri. Durante il periodo di osservazione, si è osservata la rapida e totale remissione dei sintomi senza evidenziazione di ulteriori segni che potessero orientare verso sospetti diagnostici indicatori di specifiche patologie”.
“Il paziente comunque – prosegue la nota dell’Asl3– è stato trattenuto in osservazione e, già dal primo mattino del 27 agosto, si presentava in buone condizioni generali: asintomatico, vigile, perfettamente orientato. Veniva dimesso alle 11.05 con la prescrizione di esami ematochimici di controllo e prenotazione di una visita specialistica. Il medico di guardia forniva il proprio numero di cellulare invitandolo ad usarlo per qualsiasi necessità.
“Al momento della notizia del decesso e della causa dello stesso il servizio di Igiene di ASL3, peraltro già attivato al momento della comunicazione del sospetto avvenuto tramite notifica dall’ospedale Galliera, alla conferma della patologia riconosciuta, si attivava per effettuare l’indagine epidemiologica e individuare i contatti che il paziente aveva potuto intrattenere”.