Marina e Pier Silvio Berlusconi scendono in campo con Forza Italia, non certo candidandosi, ma staccando due assegni da 100mila euro ciascuno per finanziare il partito del padre. Una scelta che avviene per la prima volta. È quanto emerge dalle dichiarazioni congiunte del 2014 e del primo quadrimestre del 2015, con i finanziamenti che i privati e le aziende danno ai partiti e che devono essere depositati alla Camera.
In aiuto di FI sono accorsi anche Ennio Doris, i figli Massimo e Annalisa, e la moglie Lina Tombolato: ciascuno di essi ha donato 100.000 euro. Altrettanto hanno fatto il San Raffaele di Roma e la Pellegrini spa di Milano, curiosamente l’azienda dell’ex patron dell’Inter.
Si aggiungono poi una serie di piccoli finanziamenti di imprese, mentre scompaiono i grandi donatori degli anni passati come Gavio, Arvedi, Riva, ecc. Assegni ben più pesanti li ha dovuti staccare Silvio Berlusconi: uno da 39.240.484,63 per chiudere una fidejussione di Unicredit del 2001; un secondo da 7.277.290,67 per estinguere una fidejussione del Banco Popolare del gennaio 2002; ed un terzo di 23.284.365,90 per una fidejussione del Monte Paschi di Siena del gennaio 2001.
Guardando i finanziatori del Pd si leggono solo i nomi dei parlamentari o degli amministratori Dem, con una fuga delle imprese. L’unico fedele nel sostegno economico al partito è l’editore bolognese Federico Enriques, con 25.000 euro. Reggono solo i finanziamenti di piccolo importo a livello locale e in favore dei singoli candidati per esempio alle europee. E anche l’Udc per la prima volta da anni perde il sostegno economico di Caltagirone, che in passato ha sempre staccato assegni per almeno 400.000 euro guidato dal partito di Pier Ferdinando Casini. Quanto al M5s, Beppe Grillo risulta essere l’unico finanziatore del Comitato del Movimento per le elezioni europee, con 54.465,75 euro.