26 Aprile 2024

Terrorismo, preso a Cuneo un altro marocchino filo Daesh

Un 19enne residente a Fossano si era radicalizzato sul web e sui social aveva aperto numerosi profili per fare proseliti per colpire i miscredenti occidentali

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terrorismo bambini del califfatoIl Ros dei Carabinieri supportato dall’Arma del comando provinciale di Cuneo, ha eseguito un fermo a Fossano, nei confronti del cittadino marocchino Ilyass Hadouz, 19 enne, residente in quel comune, accusato di istigazione a delinquere aggravata dalle finalità del terrorismo e partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura distrettuale di Roma Gruppo Antiterrorismo.

L’attività di indagine avviata nei confronti del giovane marocchino, ha consentito di accertare come costui Hadouz, attraverso i suoi numerosi account social, (Facebook, Instagram, Twitter) abbia sostenuto, rilanciandola, una intensa propaganda jihadista inneggiante al martirio, alla ricompensa che Dio concederà alla comunità dei musulmani impegnati nel jihad, alla punizione che la stessa riserverà ai miscredenti, esaltando le gesta, il valore ed il coraggio dei combattenti in nome di Allah.

Tra le frasi più significative censite su alcuni dei suoi canali Facebook, in particolare, meritano di essere richiamati i riferimenti alla morte nella concezione dello shahid, per il quale “…E’ deprimente morire di vecchiaia…” e quello al destino che la divinità ha in serbo per coloro che non credono nella parola di Allah “…Ai miscredenti saranno destinati giorni neri che faranno imbiancare i capelli ai bambini…” impegnati a “…toglierci la luce senza sapere che siamo l’oscurità…”.

Terrorismo: blitz Ros, fermato marocchino in PiemonteEra proprio sulla base di queste iniziali emergenze che si è avviato il lavoro investigativo concretizzatosi nel monitoraggio del giovane e della sua cerchia relazionale con l’obiettivo di verificare i legami di Hadouz con gli ambienti del terrorismo confessionale.

Per arrivare a scoprire il giovane, sono state sviluppate indagini facendo ricorso alle più recenti tecnologie applicate alle investigazioni, si è giunti ad affermare con estrema sicurezza l’adesione dell’indagato alle tesi della narrativa islamista filo-terrorista, ipotesi testimoniata dalla recente individuazione di un ulteriore profilo Facebook (reso anonimo nelle indicazioni personali e delocalizzato nei riferimenti geografici che contiene), collegato direttamente a blog e comunity Facebook intrise di retorica jihadista.

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Ilyass Hadouz è un “esempio di scuola” del cosiddetto terrorismo “homegrown”, una minaccia estremamente insidiosa e complicata da contrastare perché si origina, prende forma e si sviluppa tra le pareti di casa, dove il soggetto si avvicina alle tesi del terrorismo, ne rimane affascinato e aderisce al programma dell’organizzazione di riferimento ponendo in atto condotte funzionali all’attuazione del programma criminale della stessa struttura.

L’escalation della radicalizzazione di Ilyass Hadouz ribattezzatosi Ilyass El Magrebi si avvia a febbraio di quest’anno, allorquando si riescono a documentare non solo intense navigazioni internet -effettuate per lo più in orario notturno-su siti contenenti materiale di propaganda direttamente riferibile a Daesh, ma anche attraverso l’assunzione di comportamenti emulatori della gestualità tipica dei mujaheddin. Emblematiche ed estremamente preoccupanti, in tal senso, sono state le immagini acquisite direttamente all’interno dell’abitazione di Ilyass in cui assume le gestualità tipiche dei miliziani-terroristi del Daesh, di cui visionava i filmati.

Negli ultimi giorni l’adesione di Hadouz alle tesi del terrorismo si è fatta ancora più esplicita allorquando, su uno dei profili riconducibili al giovane,  è stata postata quale “immagine di sfondo” la foto suggestiva di un Corano esposto alla luce di un cielo stellato su una distesa di sabbia, contenente un riferimento diretto al Daesh. Negli stessi frangenti veniva modificato anche lo “stato” del profilo attraverso l’implementazione di una frase evocativa della protezione di Dio e della buona sorte nell’accingersi ad affrontare una nuova sfida.


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