27 Aprile 2024

Corruzione negli appalti Anas, arrestato il figlio di Denis Verdini, anche lui indagato

L'ipotesi della procura di Roma è di corruzione e turbata libertà degli incanti da parte del figlio dell'ex parlamentare berlusconiano Denis Verdini. Imbarazzo per il ministro e vicepremier Matteo Salvini

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Una fitta rete di consulenze e la torta degli appalti pubblici banditi dall’Anas. Sono al centro della indagine avviata nella primavera dello scorso anno dai pm di Roma e che ha portato all’emissione della misura degli arresti domiciliari per Tommaso Verdini, il figlio dell’ex parlamentare berlusconiano Denis.

L’ipotesi della procura di Roma è di corruzione e turbata libertà degli incanti. Lo scrive Repubblica riportando la notizia del presunto scandalo degli appalti pilotati Anas per cui è finito ai domiciliari il figlio dell’ex senatore toscano Denis Verdini.

L’inchiesta, che vede coinvolte altre sei persone, riguarda commesse sulla società pubblica Anas per tre miliardi di euro. In tutto sono 5 persone ai domiciliari e sono state emesse 2 interdittive da 12 mesi. Dalle carte spunta anche il nome di Denis Verdini che risulta indagato.

Nel procedimento, affidato dal procuratore Francesco Lo Voi ai pm che si occupano dei reati contro la pubblica amministrazione, si contestano, a seconda delle posizioni, i reati di corruzione e turbata libertà degli incanti. Nel procedimento sono coinvolti anche imprenditori oltre ai pubblici ufficiali.

Verdini jr, a capo della società di lobbing Inver, nel luglio scorso era stato perquisito dalla Guardia di Finanza insieme all’ex ad Simonini e altri cinque alti dirigenti del colosso pubblico, indagati anche loro a vario titolo per traffico di influenze e corruzione.

L’inchiesta ha ricostruito un sistema di consulenze e appalti pubblici banditi da Anas, società di stato che gestisce le arterie stradali del Paese e che dal 2017 è sotto il controllo di Ferrovie dello Stato i cui manager sono del tutto estranei agli accertamenti investigativi.

Da una parte i dirigenti Anas desiderosi di una promozione o di ottenere altri ruoli apicali nelle società pubbliche. E dall’altra gli imprenditori che bramano informazioni privilegiate per ottenere appalti. E al centro i mediatori: Tommaso e Denis Verdini. Ruoli diversi e un destino comune, un cammino narrato negli atti delle indagini con cui la procura di Roma ha chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari per cinque persone e la sospensione di un anno dal servizio nei confronti di altre due.

Ai domiciliari sono finiti Tommaso Verdini, figlio di Denis, presidente della Inver. Si occupava lui di mediare tra imprenditori e dirigenti Anas. Al suo fianco il socio Fabio Pileri, scrive il quotidiano online.

Poi ci sono gli imprenditori, interessati a ottenere affidamenti da parte di Anas. Come Antonio Samuele Veneziano, di Phos srl, un’azienda che si occupa di servizi connessi ai sistemi di vigilanza. E ancora Stefano Chicchiani e Angelo Ciccotto, operativi nel settore delle costruzioni.

Sono tutti accusati di corruzione e turbata libertà degli incanti. Sono invece stati sospesi dal servizio Paolo Veneri, già dirigente direzione Appalti e Acquisti di Anas e adesso responsabile della struttura “Controllo, Finanza e Bilancio” di una partecipata Anas. Stessa sorte per Luca Cedrone, già responsabile della struttura “Gallerie” e attualmente responsabile di “Geotecnica e Gallerie”. Tra gli indagati compare invece il nome di Denis Verdini

Nel decreto di perquisizione si legge che Verdini junior, insieme ad altri indagati, avrebbe promesso a “pubblici ufficiali di Anas il loro intervento o comunque il peso politico istituzionale delle loro conoscenze per favorirne la riconferma in Anas in posizioni di vertice o comunque la ricollocazione in ruoli apicali ben remunerati di società private o di organismi di diritto pubblico”.

In cambio i pezzi grossi di Anas avrebbero dovuto “favorire la definizione di progetti e transazioni a cui erano interessati imprenditori a loro vicini”. Gli indagati, pedinati dalla guardia di finanza di Roma, si sarebbero incontrati varie volte in bar e ristoranti. Incontri sarebbero avvenuti anche con politici o esponenti di vertice del Mef, “che ha voce in capitolo nelle nomine delle partecipate”. Per questo motivo l’inchiesta della procura di Roma in questo momento fa tremare i palazzi delle istituzioni.

“Un sistema corruttivo forte e stabile, grazie anche agli agganci politici”. E’ quanto scrive il gip di Roma nell’ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari per Tommaso Verdini, figlio dell’ex senatore Denis, anche lui indagato, nell’indagine sugli appalti Anas. In un’intercettazione il socio dice: “Si è fatto un accordo con la Lega”.

Imbarazzo per il vicepremier e ministro Matteo Salvini che – va ricordato – ha una relazione sentimentale con la figlia dell’ex senatore ed è “cognato” dell’odierno indagato. Il leader della Lega finora non ha replicato ma già le opposizioni chiedono di fare chiarezza.


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