La pace fiscale potrebbe comportare tre scaglioni di pagamento al 6%, al 10% e al 25% “a seconda della posizione patrimoniale e reddituale del contribuente che ne fa richiesta”. E’ quanto spiega il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri (Lega), in vista della messa a punto del decreto fiscale collegato alla manovra. L’aliquota del 6% potrebbe per esempio essere riservata ai contribuenti monoreddito con un figlio minorenne a carico, precisa l’esponente del governo.
“La pace fiscale non è per gli evasori, ma per chi è in regola con la dichiarazione dei redditi e non ha risorse per pagare perché ha difficoltà economiche”, afferma Siri, parlando dell’attesa operazione di pace con il fisco che dovrebbe rientrare nel prossimo decreto collegato alla manovra. “Il M5S se c’è da dare una mano ai contribuenti in difficoltà che non sono evasori sono certo che non avrà alcun problema”, aggiunge.
La misura, il cui tetto massimo potrebbe arrivare a 500 mila euro, secondo le intenzioni del governo, serve a incamerare miliardi di euro da persone fisiche e aziende che incastrate nella morsa di Equitalia, non riuscirebbero mai a pagare i debiti dovuti al fisco.
A queste persone sarà data la possibilità di saldare a stralcio la propria posizione con percentuale (scaglionata). In questo modo, avevano spiegato Salvini e Di Maio, si dà l’opportunità a famiglie e imprese di uscire da una spirale da cui non riuscirebbero mai senza l’aiuto dello Stato. Tuttavia, hanno spiegato, non si tratta di un condono.