Sono 153 i sì ad ora ritenuti certi per la maggioranza in Senato ma il pallottoliere viene continuamente aggiornato e c’è chi confida che l’asticella a sostegno di Conte salga fino ad almeno 158. L’obiettivo, secondo alcune fonti di governo, sarebbe quello di lasciare più di 18 senatori di margine tra i Sì e i No, per dimostrare che Italia Viva non è essenziale alla maggioranza.
Tra i senatori già in maggioranza si segnala oggi l’assenza per Covid del M5s Francesco Castiello.
Ecco dunque i numeri: 91 M5s (senza Castiello), 35 Pd, 4 senatori del Maie, 6 di Leu più Sandro Ruotolo, 7 delle Autonomie, i senatori a vita Elena Cattaneo, Liliana Segre, Mario Monti. E ancora, dal Misto: Sandra Lonardo, Tommaso Cerno, gli ex M5s Maurizio Buccarella, Gregorio De Falco. Lelio Ciampolillo e Luigi Di Marzio dovebbero votare ma non è confermato. Tra i voti incerti – ma dovrebbe astenersi – viene considerato Riccardo Nencini, che siede con Matteo Renzi nel gruppo Iv-Psi.
Occhi puntati sui renziani per eventuali defezioni dell’ultima ora ma al momento non se ne segnalano. In Senato si ipotizza poi qualche sorpresa da Fi, come ieri Renata Polverini alla Camera: tra i due e i quattro senatori azzurri, secondo i rumors, potrebbero votare con la maggioranza. Dovrebbero essere assenti i senatori a vita Giorgio Napolitano, Carlo Rubbia e Renzo Piano.
Le trattative si sono arenate, il voto di alcuni senatori dato per certo alla fine è tornato sul no, e così ora il pallottoliere – raccontano i pontieri che lavorano freneticamente alle trattative – è fermo a 153 sì. Cosi fosse il governo cadrebbe e Conte salirà al Quirinale per rassegnare le dimissioni affidando tutto nelle mani del capo dello Stato.
Intanto continuano i ‘negoziati’, anche sul gruppo che dovrebbe nascere nei prossimi giorni a Palazzo Madama, con 10 senatori provenienti dalle file di Fi, Udc e Iv. “Il dialogo è aperto – dice uno dei pontieri all’Adnkronos – ma per molti è presto per votare già oggi la fiducia a Conte”. Intanto le trattative vanno avanti.