Il Consiglio dei ministri ha deciso che le votazioni per il referendum costituzionale si terranno domenica 4 dicembre. Lo ha annunciato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti in una conferenza stampa. Si voterà dunque in un solo giorno dalle 7 alle 23.
Spetta ora al capo dello Stato indire formalmente il referendum popolare secondo l’articolo 138 della Costituzione. Gli italiani saranno chiamati a convalidare le riforme fatte dal governo oppure bocciarle. Tra le più significative, il superamento del bicameralismo “perfetto” (il Senato non avrà più il potere di porre ad esempio la fiducia, ma sarà una sorta di Camera delle regioni), soppressione del Cnel, e la revisione del titolo V della parte seconda della Costituzione.
Stabilita la data, entrerà quindi nel vivo la campagna referendaria, in realtà già iniziata da mesi. E’ quella la partita, ha sempre detto Renzi. A favore del “SI” tutta la maggioranza (con l’eccezione di alcuni esponenti della minoranza dem); a favore del “NO” tutte le opposizioni: dai Cinquestelle, a Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, passando per i partiti della Sinistra.
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Il premier Matteo Renzi aprirà la campagna per il SI al Referendum il prossimo 29 settembre a Firenze. Il capoluogo toscano rappresenta la prima di numerose tappe in vista del voto del 4 dicembre. Il presidente del Consiglio dopo il Cdm ha detto che “La partita è qui ed ora”.
E nella sua nella e-News ribadisce: “Nel merito la questione è semplice. Vogliamo superare il bicameralismo paritario sì o no? Vogliamo ridurre il numero dei parlamentari si o no? Vogliamo contenere i costi delle istituzioni si o no? Vogliamo cancellare il CNEL si o no? Vogliamo cambiare i rapporti Stato Regioni che tanti conflitti di competenza hanno causato in questi 15 anni si o no? Questo è il quesito referendario. Così stabilito dalla Legge, non dal marketing” afferma Renzi.
Il presidente del Consiglio, sin dal varo della riforma della scorsa primavera ha puntato tutto sull’esito referendario, la vittoria del SI, spingendosi a dire che se dovesse vincere il fronte del NO, sarebbe disposto a fare un passo indietro. Ma in più occasioni nel corso dei mesi, ha limato le sue affermazioni. Le opposizioni, lo incalzano a tutte le ore del giorno. Se dovessero vincere i NO, appare evidente che la sua maggioranza ne uscirà indebolita.