Comincia il settimo giorno di angosciante attesa all’hotel Rigopiano e le speranze di trovare altri superstiti si affievolisce. Finora la montagna di neve sta restituendo solo cadaveri, uno alla volta.
Il bilancio si annuncia gravissimo: 29 vittime, a meno di un nuovo miracolo. I vigili del fuoco hanno recuperato poco dopo le 9 di martedì i corpi di altre due donne. Il numero ufficiale dei morti sale a 14, mentre il numero dei dispersi scende a 15. 11 i sopravvissuti alla valanga.
Altri tre corpi erano stati recuperati dai Vigili del fuoco dall’interno dell’hotel poco prima: si tratta di tre uomini, che ancora devono essere identificati.
Per i parenti delle vittime e di chi ancora manca all’appello, però, l’attesa è ormai straziante e insopportabile. “Quelli che sono morti sono stati uccisi – si è sfogato il papà di Stefano Feniello, 28 anni, tra i dispersi – e quelli che ancora non rientrano sono stati sequestrati contro il loro volere perché volevano rientrare. Li hanno sequestrati. Avevano le valigie pronte. Li hanno riuniti tutti vicino al caminetto come carne da macello”. La fidanzata del giovane, Francesca Bronzi, è salva ed è ricoverata a Pescara. La responsabilità, secondo Alessio Feniello, è “delle autorità”.
Poi c’è il capitolo della mail inviata dal Rigopiano in cui chiedeva interventi per sgombrare la strada per consentire ai clienti terrorizzati di andar via. La procura di Pescara sta indagando per disastro e omicidio plurimo colposo. Il sospetto è che qualcosa nella catena di comando non ha funzionato. Chi aveva il dovere di attivarsi prima per impedire la strage non lo avrebbe fatto.
Intanto, ilpresidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha auspicato “uno sforzo unitario e comune di fronte alle calamità. Le buone parole devono unire e non dividere”. “Le immagini dei soccorritori che in mezzo alla tormenta salvano vite umane – ha concluso Mattarella – sono un esempio di quello che intendiamo per popolo repubblicano”.