Il sindaco Marino, non lascia ma raddoppia. Non solo non si dimette dopo le pressioni dal mondo politico e dopo gli scandali di Mafia Capitale che hanno travolto il comune che guida, ma resta fino al 2018 per poi ricandidarsi al Campidoglio e arrivare al 2023.
Lo ha detto lo stesso Marino in una conferenza stampa dove ha rivendicato i meriti della sua amministrazione e ripulito la “melma” della Capitale lasciata dal precedente governo capitolino. Il medico prestato alla politica, esce dall’angolo e va al contrattacco facendo intendere a chi ha orecchie per intendere che lui “non ci sta” a essere il capro espiatorio di tutti i mali di Roma.
“Non ho mai avuto dubbi e non ho mai cambiato idea, sono qui per stare fino al 2023”, ha detto il sindaco Marino escludendo la possibilità di dimissioni. E a chi, come Renzi, che ha fatto intendere di rottamarlo, ha chiosato con una metafora usata spesso dai chirurghi. “Io aspetto che il paziente esca dalla sala operatoria prima di giudicare come è andato l’intervento per poi abbracciarlo”. Tradotto: il segretario Renzi e il Pd aspettino che completi il mandato per poi giudicare i risultati.
Risultati, a giudizio del sindaco Marino che cominciano a intravedersi “Finalmente – ha spiegato – possiamo indicare dei cambi radicali in una delle aziende principali della nostra città. Abbiamo interrotto il circuito perverso che aveva coinvolto cattiva politica, affari e mondo criminale. Con la nuova dirigenza dell’Ama abbiamo voltato pagina”, spiega ancora il sindaco Marino.
“Comprendo che quello che abbiamo fatto e stiamo facendo ha portato anche grandi disagi, perché abbiamo interrotto questo legame e abbiamo dovuto resettare tutto, come quando col computer lo schermo si vede nero. Adesso siamo nelle condizioni di reiniziare, pulire questa città e non solo metaforicamente. Ogni singolo euro verrà speso per il bene dei cittadini e non per riempire le tasche di affaristi e criminali”, ha detto il primo cittadino davanti ai giornalisti.
Oggi in diretta streaming abbiamo fatto il punto su #ama2015. Nel link tutte le slide http://t.co/0ztUtVaqJw pic.twitter.com/G2m68jHn9p
— Ignazio Marino (@ignaziomarino) 18 Giugno 2015
Il sindaco Marino ha poi parlato dell’ex amministratore delegato di Ama, Panzironi (coinvolto nell’inchiesta Mafia Capitale, ndr): “Chiesi subito le sue dimissioni. Non immaginavo che poi sarebbe stato arrestato, ma ci arrivavo circa due anni prima della magistratura a capire che non era una persona adatta per un’azienda del Comune”. Ma è proprio su Ama che il sindaco Marino si sofferma facendo scorrere delle slide sulla “riorganizzazione” dell’ente.
Secondo il sindaco Marino “il nostro lavoro di pulizia si deve ora accompagnare anche a un risveglio del senso civico; dobbiamo far vedere qual è il vero volto di Roma e dei romani”, Per questo “chiedo alla mia giunta, ai partiti della mia coalizione e alla mia città un grande sforzo perché Roma sia una capitale d’Europa e del G7”, ha concluso il sindaco Marino.
Intanto, sul fronte delle proteste c’è ancora molto fermento contro il primo cittadino. Chi come il Movimento 5 Stelle in Campidoglio presenta in assemblea capitolina una mozione di sfiducia contro il sindaco Marino. “Ora bisogna raggiungere 19 firme – spiega Enrico Stefano – Noi siamo quattro, ne mancano quindi 15. In pratica tutta l’opposizione deve firmarla per poterla discutere in Aula”. E da oggi parte la maratona Ncd per chiedere le dimissioni. “Saremo presenti in Campidoglio in concomitanza di ogni consiglio comunale”, dice Roberta Angelilli.