3 Dicembre 2024

Strage all’università di Praga, giovane spara e uccide diverse persone. Decine i feriti

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E’ salito sul tetto della facoltà di Filosofia dell’Università Carlo di Praga e ha iniziato a sparare all’impazzata uccidendo 14 persone e ferendone 25.
Poi si è suicidato o, forse, è stato eliminato degli agenti accorsi.

David Kozak, 24 anni, ceco, studente della stessa università, poco prima della strage aveva ammazzato il padre nell’area di Kladno a una trentina di chilometri dalla capitale. “Non c’è alcuna indicazione che questo crimine abbia qualche collegamento con il terrorismo internazionale”, ha affermato il ministro dell’Interno ceco Vit Rakusan cercando in qualche modo di rassicurare la gente scioccata da quella che politici e osservatori definiscono come la più grave tragedia della storia della Repubblica Ceca. E “scioccato” si è detto anche il presidente ceco Petr Pavel postando su X le sue condoglianze.

“Si è trattato di un attacco violento premeditato”, ha detto il capo della polizia Martin Vondrasek mentre già rimbalzavano sui media le frasi deliranti di una sorta di diario scritto dal killer nei giorni scorsi su Telegram. “Mi presento, mi chiamo David e voglio fare una sparatoria a scuola e possibilmente suicidarmi… ho sempre voluto uccidere, pensavo che sarei diventato un maniaco in futuro” ma “ho realizzato che era molto più conveniente fare una strage di massa invece di essere un serial killer”, scriveva sul social Kozak, occhi chiari e faccia pulita da ragazzino nella foto che campeggia su tutti i siti. Un profilo inquietante, psichiatrico, di un ragazzo che, sempre su Telegram, ha detto di essersi ispirato ad Alina Afanaskina, una ragazzina russa di 14 anni che a inizio dicembre ha sparato a un compagno di classe, ferito altre cinque persone e poi si è sparata. Fonte di ispirazione anche un altro episodio: la sparatoria in una scuola a Kazan, in Tatarstan, nel maggio 2021 quando furono uccise nove persone, tra cui sette studenti, e ferite più di 20.

Tra i paranoici deliri di cui sono inondati quotidianamente le piattaforme nessuno si era accorto di quel ragazzo che ancora il 17 dicembre postava: “Odio il mondo e voglio lasciare quanto più dolore possibile”. La polizia sta verificando l’autenticità dei messaggi e intanto ha ricostruito la sequenza degli eventi che mostrano come Kozak avesse pianificato accuratamente la strage. La carneficina è iniziata in mattinata con il ritrovamento, alle 12.40, del corpo senza vita del padre nella sua casa a una trentina di chilometri da Praga. La polizia, in allarme, ha evacuato un edificio dell’università dove alle 14.00 quello che era ancora un sospettato sarebbe dovuto andare per una lezione. Ma Kozak ha beffato gli agenti andando in un altro edificio dove ha aperto il fuoco che ha provocato la strage. Sul terreno, 14 morti e 25 feriti una decina dei quali in gravi condizioni. Alle 15.20, ha raccontato il capo della polizia, è stato ritrovato il corpo dell’assassino sul cornicione dell’edificio. Non è chiaro se si sia suicidato o sia stato ucciso dagli agenti, al lavoro per dare un nome a tutte le vittime.

Lo shock, in città e nel Paese, è stato violento. All’Università, il terrore. “Ci siamo chiusi in biblioteca e ci siamo nascosti sotto il tavolo. Siamo rimasti tutti zitti e abbiamo scritto alle nostre famiglie, alla polizia”, ha raccontato sui social uno dei testimoni, spiegando che via mail la direzione della Facoltà di filosofia indicava agli studenti come muoversi e dove barricarsi. Di quei momenti di panico resta quella che sarà per sempre l’immagine simbolo di una strage inutilmente annunciata: un gruppo di studenti rannicchiato su un cornicione fuori di una finestra dell’edificio universitario. Immobili, in silenzio.

Il ministro dell’Interno e la polizia della Repubblica Ceca hanno riferito in conferenza stampa che gli agenti stanno lavorando sulla teoria secondo cui l’assassino dell’università sarebbe responsabile anche della morte di due persone la settimana scorsa nella foresta di Klanovicky vicino a Praga.

C’era un enorme arsenale di armi nell’edificio della facoltà. Lo riporta l’agenzia Ctk sostenendo che se non ci fosse stato un rapido intervento della polizia, le vittime sarebbero state molte di più.

Docente Ateneo, ‘Nel mio corso 3 italiani, mi hanno risposto’
“In quel momento ero sul tram. Il conduttore ci ha detto di scendere perché il tram non poteva andare avanti. Sono sceso e ho attraversato il ponte a piedi, ero a 200 metri dal luogo della sparatoria. Ho iniziato a sentire due o tre spari, e mentre mi allontanavo ho sentito un altro sparo. All’inizio non avevo molto connesso, pensavo fossero petardi natalizi”. Così all’ANSA Luca, 19 anni, studente italo-ceco. “Ho cercato di contattare gli studenti del corso – aggiunge Flavio Rosario Glauco Mela, docente a Italianistica – i tre italiani mi hanno risposto, per fortuna non avevano lezione”.

Mattarella, cordoglio Italia per gesto di brutale violenza. Messaggio al presidente Petr Pavel
“L’Italia intera ha appreso con profonda tristezza la notizia della sparatoria che ha sconvolto l’università di Praga, provocando diverse vittime e numerosi feriti. In questa luttuosa circostanza desidero farle giungere le espressioni del più sentito cordoglio della repubblica italiana e mio personale. Siamo vicini con sentimenti di partecipe solidarietà al dolore delle famiglie sconvolte da un gesto di così brutale violenza e auguriamo ai feriti un pronto e completo ristabilimento”. Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente della repubblica ceca Petr Pavel.

Testimoni della sparatoria, ‘ci siamo barricati in biblioteca’
“Ci siamo chiusi in biblioteca e ci siamo nascosti sotto il tavolo. Siamo rimasti tutti zitti e abbiamo scritto alle nostre famiglie, alla polizia”. E’ uno dei racconti sui social dei testimoni della sparatoria all’università di Praga. Molti hanno raccontato i momenti di terrore spiegando che via mail la direzione della Facoltà di filosofia indicava agli studenti come muoversi e dove barricarsi.

“Sto bene – racconta Děda Mrázek su X -. Ero in biblioteca al momento della sparatoria, ci hanno mandato nel retro della sala computer dove non ci sono finestre. Ora si è sparsa la voce che l’uomo armato è morto. Tutti chiamiamo e rispondiamo a parenti e amici che stiamo bene”. Altri studenti raccontano che già alle due la polizia ha cominciato a perquisire l’edificio della facoltà in via Celetná. “Hanno cominciato a sgomberare un altro edificio, io ero lì, pensavamo che qualcuno avesse segnalato una bomba”, racconta in forma anonima un altro studente al quotidiano ceco Hn.

Il dolore della presidente della Crui
“Le notizie che arrivano da Praga lasciano gli atenei italiani sgomenti. La CRUI e l’intero sistema universitario si stringono nel dolore per le vittime di questo atto privo di senso e intendono esprimere la loro vicinanza alle famiglie coinvolte e a docenti, ricercatori e personale dell’Università di Praga”. Lo ha dichiarato Giovanna Iannantuoni, Presidente della CRUI.


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