Alla vigilia dell’atteso vertice a quattro a Minsk, in Bielorussia, tra Vladimir Putin, Francois Hollande, Angela Merkel e Petro Poroshenko per cercare un accordo di pace, si compie l’ennesima strage in Ucraina.
Dopo il massacro di civili a Mariupol di due settimane fa, alcuni razzi delle “milizie filorusse” avrebbero colpito (condizionale d’obbligo), questa mattina, il quartier generale delle forze armate di Kiev e una zona residenziale nella cittadina di Kramatorsk, nella “zona rossa” orientale del paese.
Il bilancio del raid è al momento di 15 morti e oltre sessanta feriti. Ma potrebbe salire.
Poco prima del massacro era giunta la risposta del Cremlino alle affermazioni del presidente Usa Barack Obama, che ieri aveva accusato Putin di aver violato gli accordi di Minsk per il cessate il fuoco.
“Se gli Stati Uniti decideranno di armare l’esercito di Kiev, nel sud-est ucraino ci sarà un’ulteriore escalation del conflitto” ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev.
Sempre in queste ore, 2mila soldati russi hanno iniziato le esercitazioni militari nel sud-ovest della Russia. La tensione è alle stelle nell’est europeo. Intanto non si ferma l’offensiva dei separatisti orientati alla conquista di Mariupol, città strategica per l’industria metallurgica
Se gli Stati Uniti decideranno di armare l’esercito di Kiev, nel sud-est ucraino ci sarà ”un’ulteriore escalation del conflitto”: il monito di Mosca accompagna le ultime tese trattative notturne a Minsk alla vigilia del summit che è considerato da Whashington “l’ultima chance” diplomatica per riportare la pace nel martoriato Donbass.
In serata il presidente Obama ha telefonato a Putin e lo invita a cogliere l’occasione negoziale di Minsk, ma denuncia anche i nuovi scontri e le vittime delle ultime ore, ammonendo a sua volta che i costi per la Russia “aumenteranno” se non si fermeranno le sue “azioni aggressive” nell’Ucraina dell’est.