“La previsione di rientro in atmosfera ad 80 km della stazione spaziale cinese Tiangong-1 è stimata per il 2 aprile alle ore 00:39 UTC (ora italiana 02.39 del 2 aprile), con una finestra di incertezza tra le 2 e le 4 ore”. Lo comunica la Protezione civile sulla base degli ultimi dati forniti dalla Agenzia Spaziale Italiana (ASI) durante il nuovo incontro del tavolo tecnico che si è aggiornato nel pomeriggio di oggi, per fare il punto sulla caduta della stazione spaziale cinese.
“All’interno di questo arco temporale, le finestre di interesse per l’Italia, si riducono da quattro a due e al momento riguardano il potenziale coinvolgimento delle regioni: Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sardegna e l’isola di Lampedusa nella regione Sicilia”.
La possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale Tiangong-1 possano cadere sul territorio italiano (terre emerse) si è ridotta allo 0,1%. Le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento della stazione spaziale stessa rispetto all’orientamento che assumerà nello spazio e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all’attività solare.
Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, in base agli aggiornamenti forniti dal tavolo tecnico, che resta riunito in seduta permanente, valuterà nelle prossime se disdire la convocazione del Comitato Operativo nazionale, previsto sia per analizzare gli scenari che per prendere le dovute decisioni in tempo reale.
La stazione spaziale cinese “Tiangong 1” non cadrà su America settentrionale e centrale né su gran parte dell’Australia: sono queste le prime aree escluse dai possibili luoghi sui quali potrà avvenire il rientro del veicolo spaziale, insieme a parte della Nuova Zelanda e al Madagascar.
Lo indicano i calcoli fatti da Carmen Pardini, dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “A. Faedo” del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Comincia così a restringersi la vasta area di rischio compresa compresa fra 43 gradi di latitudine Sud e 43 gradi di latitudine Nord, ma secondo gli esperti il nuovo scenario lascia invariato, ossia molto ridotto, il rischio di un eventuale rientro sull’Italia.