Torna a eruttare lo Stromboli. Dopo l’eruzione di agosto-novembre 2014, per più di due anni l’attività del vulcano è rimasta su livelli molto modesti, e solo negli ultimi mesi, il vulcano si è ripresentato nella sua forma caratteristica, con frequenti esplosioni da diverse bocche poste all’interno della sua terrazza craterica.
Tale attività, spiega l’Ingv, negli ultimi mesi, è stata interrotta da 4 esplosioni maggiori (26 luglio, 23 ottobre, 1 novembre e 1 dicembre 2017). Dopo l’ultima di queste, l’attività esplosiva è rimasta su un livello alto, tanto da motivare le autorità a dichiarare il divieto di accesso alle zone sommitali del vulcano.
Nella tarda mattinata di ieri, 15 dicembre 2017, si è osservato un cambiamento nell’attività delle bocche eruttive: una di esse, ubicata nell’area craterica nord ha iniziato a produrre piccoli lanci, quasi continui, di brandelli di lava fluida.
Tale attività, conosciuta come spattering, spesso è accompagnata dalla formazione di piccole colate di lava. Verso le ore 14.00, un team di ricercatori e tecnici dell’osservatorio etneo, la sezione di Catania dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha osservato come da due delle bocche si siano formati piccoli flussi lavici, che hanno cominciato a riempire la depressione craterica, al cui interno si trovano le tre bocche attive.
Intorno alle 14.30, la lava ha colmato la depressione e ha dato inizio a una tracimazione sul suo orlo settentrionale, generando un trabocco lavico che si è riversato sull’alto versante settentrionale della Sciara del Fuoco. Poche ore dopo, l’attività di spattering è rapidamente diminuita e nel tardo pomeriggio il flusso lavico si è arrestato.
I trabocchi lavici dalla terrazza craterica dello Stromboli non sono un fenomeno inusuale. Nell’intervallo fra gennaio 2010 e agosto 2014, vi sono stati diversi episodi di trabocchi lavici, alcuni confinati all’interno della terrazza craterica, altri invece hanno prodotto piccole colate laviche sulle parti alte della Sciara del Fuoco; più raramente (come a gennaio 2013) le colate si sono espanse fino alla parte bassa della Sciara e, in un caso (il 7 agosto 2014), una colata ha raggiunto il mare. Come nel caso attuale, tutti questi episodi si sono conclusi dopo poche ore. Il fenomeno è costantemente monitorato dagli osservatori etneo e vesuviano e dalla sezione di Palermo dell’Ingv.