16 Maggio 2025

Violenti scontri tra India e Pakistan, almeno 38 morti

Dopo venti anni soffiano nuovi venti di guerra. Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha esortato India e Pakistan a "disinnescare" la situazione di crisi tra i due paesi

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Almeno 38 persone sono morte negli attacchi reciproci degli eserciti indiano e pakistano, tra cui due bambini di tre anni: almeno 26 civili hanno perso la vita in Pakistan e altre otto persone sono morte in India. Lo hanno reso noto il portavoce dell’esercito pakistano, il tenente generale Ahmed Chaudhry, e fonti indiane. Si tratta del più grave scontro militare tra i due Paesi negli ultimi 20 anni.

Il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha affermato che l’India ha condotto attacchi “vigliacchi” in cinque località del territorio amministrato da Islamabad. In una dichiarazione su X, Sharif ha avvertito che il suo Paese “ha tutto il diritto di rispondere con la forza a questo atto di guerra imposto dall’India”. E “l’intera nazione” è al fianco delle forze armate pakistane su “come affrontare il nemico”.

L’esercito indiano ha annunciato di aver “distrutto” i “nove campi terroristici” presi di mira nel corso dei raid aerei di ieri in Pakistan. Sempre l’esercito ha dichiarato che tre civili sono stati uccisi stanotte dal fuoco d’artiglieria dell’esercito pakistano lungo la loro Linea di controllo, il confine di fatto col Kashmir conteso. Almeno otto indiani sono stati uccisi e altri 29 sono rimasti feriti oggi nella città di Poonch in Kashmir: lo ha dichiarato un funzionario del governo indiano locale, mentre le forze indiane e pakistane si scambiano colpi di artiglieria pesante.

Secondo l’esercito pakistano gli attacchi lanciati dall’India nelle prime ore di oggi hanno danneggiato una centrale idroelettrica sul proprio lato del confine con il Kashmir. “L’India ha anche preso di mira il progetto idroelettrico di Neelum Jhelum”, ha dichiarato il portavoce militare, Ahmed Sharif Chaudhry, aggiungendo che è stata danneggiata parte della struttura della diga. “Quali norme internazionali, leggi e consuetudini di guerra consentono di prendere di mira riserve idriche, dighe e impianti idroelettrici di un altro Paese?”, si è chiesto il portavoce.

Le autorità pakistane hanno ordinato oggi la chiusura di tutti gli istituti scolastici nella provincia del Punjab e nella capitale federale Islamabad in seguito alle crescenti tensioni con l’India: lo affermano fonti del governo.

Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha esortato India e Pakistan a “disinnescare” la situazione di crisi tra i due paesi. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota.

Le motivazioni dell’esercito indiano: risposta all’attacco di Pahalgam del 22 aprile
“Abbiamo esecitato il nostro diritto a rispondere, prevenire e impedire ulteriori attacchi come quello di Pahalgam del 22 aprile, focalizzandoci sulla distruzione di infrastrutture terroristiche e rendendo innocui i terroristi. Abbiamo colpito in modo misurato, proporzionato, responsabile e senza intenzioni di aumentare il conflitto”: lo ha detto in un media briefing del ministero della Difesa indiano il sottosegretario agli Esteri Vikram Misri. Vikram Misri era affiancato dal Colonnello Sofia Qureshi e dalla Tenente colonnello dell’aviazione Vyomika Singh che hanno mostrato le mappe con i nove siti colpiti e mostrato video degli attacchi condotti la notte scorsa sotto il nome “Operazione Sindoor”. “Nonostante siano passate due settimane dall’attacco terroristico di Pahalgam, il Pakistan non ha intrapreso nessuna azione significativa contro le infrastrutture nel suo territorio né nel territorio kashmiro sotto il suo controllo. Al contrario, ha insistito nel negare tutte le accuse”, ha detto Misri. “Varie informazioni di intelligence sui nuclei basati in Pakistan ci hanno avvisati di imminenti attacchi terroristici verso l’India. Abbiamo agito sia per deterrenza che a scopo preventivo”

Cina, pronti a ruolo per allentare tensioni India-Pakistan
La Cina è disponibile a “svolgere un ruolo costruttivo” per allentare le tensioni tra l’India e il Pakistan. E’ quanto ha detto il portavoce ministero degli Esteri Lin Jian, nel corso del briefing quotidiano.

La Cina esprime rammarico e preoccupazione per gli attacchi indiani di questa mattina contro il Pakistan, esortando le parti a mostrare “moderazione” in risposta alla grave escalation con colpi di artiglieria pesante lungo la linea di frontiera contesa. Pechino, che confina con entrambi i Paesi ed è uno stretto alleato del Pakistan, ha detto di esprimere “rammarico per l’azione militare dell’India” e di essere “preoccupata per gli attuali sviluppi”. India e Pakistan “sono vicini che non possono essere separati, e sono anche vicini della Cina”, ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri in una nota.

Parigi, ‘India e Pakistan diano prova di moderazione’
Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha invitato oggi India e Pakistan a “dare prova di moderazione” dopo i violenti scambi di artiglieria tra i due Paesi in cui sono morti civili indiani e pakistani. “Comprendiamo il desiderio dell’India di proteggersi dal flagello del terrorismo, ma ovviamente invitiamo l’India, così come il Pakistan, a dar prova di moderazione per evitare un’escalation e, naturalmente, per proteggere i civili”, ha affermato Barrot all’emittente televisiva TF1.

Mosca, ‘India e Pakistan mostrino moderazione’
Mosca ha chiesto oggi a India e Pakistan di mostrare “moderazione” dopo lo scambio di colpi di artiglieria pesante seguito agli attacchi missilistici di Nuova Delhi. Il ministero degli Esteri russo si è dichiarato “profondamente preoccupato per l’escalation del confronto militare”, ha invitato “le parti a esercitare moderazione per prevenire un ulteriore deterioramento” e si è augurato che le tensioni possano essere “risolte in modo pacifico e diplomatico”.

Venti di guerra tra India e Pakistan dopo la strage dei turisti indiani in Kashmir

Sugli storicamente bellicosi rapporti tra India e Pakistan, entrambe potenze nucleari, torna ad incombere in maniera esplicita, e quanto mai minacciosa, la parola “guerra”.

A sollevarla è soprattutto Islamabad, dopo una raffica di rappresaglie reciproche di carattere commerciale e diplomatico, seguite alla strage del 22 aprile nel Kashimir, per la quale New Delhi punta il dito sui terroristi pachistani.

“L’India sta combattendo una guerra a bassa intensità contro di noi, e se dovesse aumentarne la portata, saremmo pronti. Per proteggere il nostro territorio, non subiremo alcuna pressione internazionale”, ha tuonato Khawaja Muhammad Asif, ministro della Difesa pachistano, secondo il quale l’India starebbe addirittura pianificando atti terroristici in diverse città del Paese.
Dopo che un commando di uomini armati ha aperto il fuoco contro un gruppo di turisti indiani nella località kashmira di Pahalgam, uccidendone 26, il primo ministro Nerendra Modi ha promesso che “l’India identificherà, rintraccerà e punirà ogni terrorista e i suoi sostenitori, li inseguiremo fino ai confini del mondo, riceveranno una punizione più grande di quanto possano immaginare”. Poi, sono partite una serie di misure di ritorsione.

Tanto per cominciare, New Delhi ha sospeso un importante trattato di condivisione delle acque e ha disposto la chiusura del principale valico di frontiera terrestre. A seguire, ha quindi stabilito che tutti i cittadini pachistani devono lasciare l’India entro il 29 aprile. A sua volta, Islamabad ha dichiarato “i Consiglieri indiani per la Difesa, la Marina e l’Aeronautica a Islamabad persone non grate. Sono tenuti a lasciare immediatamente il Pakistan”, mentre i visti rilasciati ai cittadini indiani saranno annullati, ad eccezione dei pellegrini sikh. Inoltre, anche il Pakistan ha chiuso i confini con l’India,così come lo spazio aereo alle compagnie aeree di proprietà o gestite dall’India, mentre gli scambi commerciali saranno annullati. L’ufficio del Primo Ministro Shehbaz Sharif ha inoltre stigmatizzato che “qualsiasi tentativo di interrompere o deviare il flusso d’acqua appartenente al Pakistan, ai sensi del Trattato sulle acque dell’Indo… sarà considerato un atto di guerra, e si risponderà con la massima forza con l’intero spettro delle forze
nazionali”.

L’attacco a Pahalgam è stato rivendicato dal Fronte di resistenza (Trf), ritenuto un gruppo ombra della formazione armata indipendentista islamista kashmira Lashkar-e-Taiba. Allo stesso tempo, la polizia indiana ha emesso un avviso che nomina tre dei quattro presunti uomini armati responsabili dell’attacco,affermando che due di loro sono cittadini pakistani mentre il terzo è un abitante del Kashmir.

Frattanto, mentre il primo ministro Modi è sottoposto a forti pressioni affinché agisca in qualche modo nei confronti del Pakistan, una fonte della sicurezza pachistana ha detto ad al Jazeera che il suo Paese ritiene possibile una azione militare da parte dell’India, e pertanto è “pronto per qualsiasi avventurismo indiano”.

Fonte:Ansa

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