27 Aprile 2024

Green pass, Magistrati: “E’ incostituzionale e vìola le norme Ue”

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“L’istituto del Green pass merita particolare attenzione, in quanto si articola tra garanzia delle libertà fondamentali e doveri di solidarietà economica e sociale, con immediate ricadute sul principio di eguaglianza”. Sulla rivista giuridica di Magistratura Democratica – una delle più importanti correnti della magistratura italiana di sinistra – è stato pubblicato un pamphlet dell’Osservatorio Permanente per la Legalità Costituzionale che pone il Decreto sul Green Pass in una luce di incostituzionalità, sia italiana che europea. Come spiega Il Sussidiario, che ha riproposto l’analisi dei giudici, “l’osservatorio vede il contributo di costituzionalisti come il Direttore, Prof. Alberto Lucarelli, Marina Calamo Specchia, Fiammetta Salmoni e Michele della Morte, civilisti come Ugo Mattei, Piergiuseppe Monateri e Luca Nivarra, l’internazionalista Pasquale de Sena e l’amministrativista Sergio Foa”. E cosa mettono nero su bianco?

Nel report viene fortemente criticata la decisione del governo di utilizzare il Green Pass, esattamente come sta accadendo in Francia dove la Corte Costituzionale è chiamata a emettere un verdetto sulla legalità o meno dell’obbligo posto dall’esecutivo.

In Italia il decreto è stato approvato il 14 giugno 2021. Lo studio sottolinea innanzitutto che nessuna delle tre condizioni poste dal certificato – vaccino, tampone negativo, guarigione da Covid – è garanzia scientifica di non contagiosità: “Si tratta di aspetti che non si possono trascurare tanto nella fase in cui il vaccino è ancora in fase sperimentale (avendo ottenuto solo un’autorizzazione di emergenza) quanto a sperimentazione avvenuta se la capacità di limitare il contagio non dovesse risultare confermata”.

L’Osservatorio Permanente scrive inoltre: “L’impressione è che con l’ultimo suddetto Decreto-legge, l’ordinamento giuridico italiano non recepirebbe le scelte del diritto europeo in materia di Green pass, ovvero la facilitazione della libertà di circolazione in sicurezza tesa a sopprimere la quarantena obbligatoria. Al contrario il d.l. n. 105/2021 sembrerebbe conferire al Green pass natura di norma cogente ad effetti plurimi di discriminazione e trattamento differenziato”.

Non solo, dal 6 agosto saranno imposte diverse limitazioni in Italia per chi non dovesse essere in possesso di un vaccino anti-Covid somministrato: “Saremo in presenza di trattamenti differenziati per andare al ristorante, al teatro, ai centri culturali, e già si parla di introdurli progressivamente anche per l’esercizio di diritti/doveri fondamentali, come andare a scuola o al lavoro”, sottolineano ancora i magistrati.

Il rischio è che l’obbligo vaccinale, che per ora è solo apparentemente escluso, venga in qualche modo inserito in maniera “surrettizia” con l’obbligo di Green Pass: “Appare di debole sostenibilità giuridica l’art. 3 comma 3 del decreto legge de quo che attribuisce ai titolari o gestori di servizi il potere di verificare l’accesso ai predetti servizi e attività e che ciò avvenga nel rispetto delle prescrizioni adottate”.

In poche parole – precisa Il Sussidiario – per l’Osservatorio, si va configurando un potere di polizia diffuso che potrà essere esercitato da persone “non immediatamente individuabili, e soprattutto esercitabile su libertà fondamentali”. L’ulteriore conseguenza, conclude l’Osservatorio, è che vi risulterebbero compresse inevitabilmente “libertà costituzionali fondamentali (libertà personale e libertà di circolazione prime fra tutte) e violati principi costituzionali fondamentali come il principio di eguaglianza, il principio di legalità ed il principio della certezza del diritto”.

Green pass incostituzionale insomma, anche contro le direttive europee. Spiegano infine i magistrati: “Le norme del Consiglio Europeo puntano il Green Pass come strumento che (esclude l’obbligo, ndr) non permetta alcune discriminazione per chiunque decida di non vaccinarsi: si lega a questo poi la mancanza di dosi necessarie per coprire globalmente anche popolazioni e Paesi vicini ai nostri, e ciò evidenzia un altro cruciale aspetto della questione in gioco, quella dell’eguale accesso alle cure”.


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