19 Marzo 2024

In centomila a Roma per dire No al Green pass. E ora tocca ai camionisti

Imponente manifestazione nella capitale per chiedere libertà e diritti soppressi. Sul palco anche il vicequestore di Roma: “Noi poliziotti abbiamo giurato sulla Costituzione, per questo sono qui. Il green pass italiano è illegittimo. Dobbiamo unire le nostre energie per indicare una via migliore. Il male non ha mai vinto, non ho paura. Sì, esiste un virus pericoloso e si chiama paura", ha detto la dirigente di Polizia nel suo discorso

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Almeno centomila persone sono giunte in piazza San Giovanni a Roma per manifestare contro il Green pass, per la Libertà e per il futuro. Una manifestazione imponente, organizzata da Ancora Italia, Movimento 3V, FISI, Primum non nocere, No paura day e Fronte del dissenso.

Alla protesta contro la certificazione verde discriminatoria hanno partecipato pacificamente migliaia di persone giunte nella capitale da tutta Italia.

Byoblu, presente sul posto, scrive che sul palco è intervenuta anche Nunzia Alessandra Schilirò, dirigente della Polizia di Stato e vice questore di Roma. Il suo intervento non era previsto nella scaletta.

All’inizio del suo intervento la Schilirò ha citato Ghandi: “La disobbedienza civile è un dovere sacro quando lo Stato diventa dispotico”.

“Il male non ha mai vinto nella storia. Se il male avesse vinto, noi non saremmo qui. Noi poliziotti – ha aggiunto la dottoressa Schilirò – abbiamo giurato sulla Costituzione, per questo sono qui. Il green pass italiano è illegittimo. Dobbiamo unire le nostre energie per indicare una via migliore”.

Byoblu ha intervistato il vicequestore di Roma Nunzia Alessandra Schilirò subito dopo la manifestazione. “Non ho paura, difendo la Costituzione su cui ho giurato”, ha sottolineato. Continua a leggere dopo il video

Ascolta il discorso integrale del vicequestore di Roma Nunzia Alessandra Schilirò

Hai fatto un discorso che ha commosso tutta la piazza, per la profondità e per il senso civico delle parole che hai pronunciato, di fronte a Piazza San Giovanni completamente gremita

“Non so neanche io come ho fatto. L’emozione era tantissima. Sentivo il bisogno delle persone di ascoltare delle parole vere, un po’ di sincerità. La cosa che mi ha colpito di più è che la piazza è piena di persone di tutti i tipi. Questa è una cosa che mi tocca in maniera particolare, perché oggi non ho fatto un discorso per il mestiere che faccio, perché è assolutamente irrilevante. Io oggi mi sono sentita medico, professoressa, bidella, camionista… Io oggi mi sono sentita chiunque sia stato discriminato. Mi sono sentita chiunque sia stato mai leso nell’esercizio dei propri diritti. Io oggi ero tutti ed ero nessuno. Nessuno perché io sono una persona qualunque, che ama il proprio Paese. Ama la vita, ama le bellezze del mondo, e quindi lotterò sempre per difenderle!”.

È stato anche un atto di coraggio, perché tu sei dirigente della Polizia di Stato, e non hai la libertà che avrebbe qualunque altro cittadini. Quindi la tua scelta è stata doppiamente difficile.

“L’articolo 17 e l’articolo 21 della Costituzione per fortuna mi vengono in soccorso. Io oggi ho parlato come libera cittadina, ma è vero quello che dici, perché sicuramente i miei colleghi non avranno gradito. Ma io ho esercitato i miei diritti, i miei diritti previsti dalla Costituzione. Il mestiere che faccio è pubblico, perché se uno mette il mio nome su Google esce esattamente chi sono, cosa ho fatto, manca solo l’indirizzo di casa… E quindi nessuno mi può accusare di niente. Io sono un libero cittadino che difende la Costituzione, sulla quale ho giurato e vado avanti per la mia strada. Non ho paura di nulla”.

Cosa bisogna fare con il Green Pass?

“Vorrei che ci fosse una linea comune. Io sono per rifiutarlo su tutta la linea. Non si può scendere a questo compromesso, non si può accettare. Mi rendo conto che è impossibile arrivare a una sentenza della magistratura in così poco tempo. Però qualcosa possiamo farlo noi cittadini, perché se è vero che siamo quindici milioni, e quindici milioni di cittadini resteranno a casa, io voglio vedere come farà questo Paese ad andare avanti!”.

Quella di oggi è l’ennesima manifestazione di protesta contro il governo e le leggi varate fin quì. E’ ormai un appuntamento settimanale. Ogni sabato si radunano migliaia di persone per le strade e le piazze di diverse città italiane urlando slogan ed esponendo cartelli con su scritto, fra l’altro, “Non Green pass”, “Libertà” e “fine della dittatura”.

Il 27 settembre sarà la volta dei camionisti cui si uniranno anche gli agricoltori con i trattori e altri migliaia di “padroncini”. Dal tam tam sui social si prevede che saranno almeno 35/40mila i camionisti intenti a scioperare al fine di “paralizzare l’Italia” e costringere governo e parlamento “a tornare sui propri passi, ripristinando libertà e diritti”. Oltre alla cancellazione della norma liberticida e razzista del Green pass, chiedono la fine dello stato di emergenza come in tanti altri paesi, e la fine di questa deriva autoritaria.


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