9 Febbraio 2025

Caos nei Servizi segreti, si dimette il leghista Volpi dal Copasir. ‘Tocca all’opposizione’

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Una riunione del Copasir. Con la giacca chiara Raffaele Volpi (Ansa)

Il leghista Raffaele Volpi si è dimesso da presidente del Copasir (organo di controllo sui Servizi segreti), in stallo ormai dall’insediamento del governo Draghi, perché l’opposizione ne rivendica la presidenza, spettando appunto alla minoranza palazzo San Macuto, dopo che la Lega è entrata nella maggioranza per sostenere il governo Draghi. La poltrona di presidente potrebbe andare a Fratelli d’Italia, unica forza politica all’opposizione. Per la successione circola il nome di Ignazio Larussa.

Volpi, assieme all’altro componente della Lega, Paolo Arrigoni, ha rassegnato le dimissioni da componente del Comitato parlamentare per sicurezza della Repubblica, e il Carroccio da ora “pretende l’immediata, integrale applicazione della legge 124 del 2007 che prevede l’assegnazione all’opposizione di 5 componenti su 10 tra cui poter scegliere l’eventuale Presidente”.

“Ora attendiamo le dimissioni di tutti gli altri componenti e la nomina di un altro comitato”, ha dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini. La mossa leghista è arrivata a stretto giro dopo quella con cui M5s e Pd in mattinata hanno annunciato la decisione di lasciare i lavori del Copasir.

“Nel pieno rispetto delle prerogative istituzionali abbiamo votato la delibera adottata dall’ufficio di presidenza in ordine all’attivazione di quanto stabilito dall’art. 34 della legge 124/2007. Al tempo stesso, al fine di porre il Comitato al di fuori delle ripercussioni politiche e ripristinare quanto stabilito dal comma 3 dell’articolo 30, acquisita sul merito anche la condivisione del gruppo parlamentare di Leu, abbiamo abbandonato i lavori del Copasir al fine di contribuire alla soluzione della titolarità della Presidenza del comitato medesimo”, hanno dichiarato i componenti del Copasir Dieni, Cattoi, Castiello del M5s, e Borghi del Pd.

La disputa sui Servizi segreti è stata al centro dell’aspro scontro che ha portato alla caduta del governo Conte operata da Renzi che chiedeva conto all’allora primo ministro della delega trattenuta sui Servizi.

Dopo qualche mese è uscita fuori l’inchiesta di Report in cui veniva mostrata una clip di un incontro riservato in un autogrill vicino Roma, tra lo 007 Marco Mancini e lo stesso Renzi. Successivamente il premier Draghi ha sostituito il direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) Gennaro Vecchione, uomo ritenuto vicino a Conte, con Elisabetta Belloni, ambasciatore alla Farnesina, gradita alla Lega di Salvini. Un avvicendamento avvenuto a stretto giro dopo l’inchiesta di Report, poiché, secondo regolamenti interni, gli 007 avrebbero dovuto comunicare incontri con terze persone, in particolare politici.


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