Avrebbero attestato un numero maggiore di migranti al Cara di Mineo per ottenere più finanziamenti comunitari e statali. Sei persone sono indagate a vario titolo, per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ai danni dello Stato e dell’Unione Europea.
La Procura di Caltagirone ha disposto perquisizioni e sequestri eseguite dalla Polizia di Stato che ha notificato sei avvisi di garanzia in alcune regioni ad altrettante persone per una presunta truffa da un milione di euro nella contabilità sulle presenze di migranti nel centro migranti siciliano.
Le indagini della Squadra mobile e del commissariato sono state avviate su risultanze dell’inchiesta “Mafia Capitale”, ma non riguarda il filone principale sulla gara complessiva, ritenuta illegittima dal presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, di cui è titolare la Procura di Catania.
Al centro delle indagini, coordinate dal procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, la contabilità relativa alle presenze giornaliere dei migranti ospiti del Cara di Mineo, finalizzata alla liquidazione delle somme spettanti al cosiddetto “ente gestore”: secondo la Procura di Caltagirone sarebbero stati rendicontati e corrisposti, dal 2012 al 2015, importi superiori a quelli dovuti, per un ammontare di circa un milione di euro.