La terapia con il plasma iperimmune “funziona”. A ribadirlo al Corriere della Sera Giuseppe De Donno, direttore della Pneumologia e dell’Unità di Terapia intensiva respiratoria all’ospedale Carlo Poma di Mantova che da circa un mese non registra più alcun decesso dopo aver trattato i pazienti con la siero terapia.
Al quotidiano milanese il medico racconta la storia di Francesco, 28 anni, e della sua situazione critica che giovedì scorso è precipitata. L’ospedale a quel punto ha chiesto al comitato etico il via libera per utilizzare la siero terapia, con il plasma dei pazienti guariti dal covid. Arrivato il via libera all’uso della cura i medici si sono messi all’opera per salvare il giovane.
Ora Francesco sta bene. “Dopo 24 ore – racconta De Donno al Corsera – era già sfebbrato e stava bene, oggi (ieri, ndr) lo abbiamo svezzato dal ventilatore. È un ragazzo arrivato qui senza altre patologie oltre al Covid, doveva essere intubato e invece fra due giorni lo potremo restituire ai genitori. Sta così bene che poco fa mi ha mandato un messaggio scherzoso sul telefonino”.
Alla domanda se questa cura sia al momento l’unica a funzionare contro i malati di covid De Donno risponde: “Giusto. Noi qui a Mantova, assieme all’ospedale San Matteo di Pavia, abbiamo appena chiuso la prima sperimentazione partita all’inizio di aprile su un gruppo di pazienti critici. Francesco è arrivato fuori tempo massimo ma lo abbiamo arruolato lo stesso. Un centinaio di pazienti in tutto trattati con il plasma iperimmune, cioè che viene dal sangue di pazienti che sono stati contagiati e sono guariti”.
In sostanza, sostiene il medico, “La cura funziona. In tutto questo mese non abbiamo avuto decessi fra le persone trattate. Solo pazienti che sono migliorati fino a guarire oppure che si sono stabilizzati. Nessuno si è aggravato. Non è più aneddotica: abbiamo testimonianze e decorsi clinici di tanti pazienti. Abbiamo sottoposto tutto alla comunità scientifica, siamo in attesa di pubblicazione”.
È vero che gli effetti della cura al plasma si vedono in pochissime ore?, chiede la giornalista Giusi Fasano: “Diciamo che la percezione viene dagli stessi pazienti, sono loro che ci dicono che il miglioramento è immediato; scompare la febbre, in alcuni casi scompare la tosse in modo istantaneo, i parametri respiratori funzionano. Ci raccontano di avere la sensazione di acquisire fin da subito un po’ di forza e benessere”.
Il trattamento per essere efficace ha bisogno di essere praticato nei primi stadi della malattia. “Se la malattia ha lavorato a lungo fino a compromettere la funzionalità degli organi non c’è plasma che tenga”, dice il medico.
Nel ribadire che i donatori ci sono – a Mantova fanno tra sette e otto prelievi di sangue al giorno di pazienti guariti -, il prof. De Donno afferma che c’è un crescente interesse verso questa cura la cui sperimentazione, condotta insieme al San Matteo di Pavia, è stata conclusa a fine aprile e a breve ci saranno i risultati.
Da più parti stanno chiamando il primario, anche un alto funzionario dell’Onu che ha un ruolo importante nella sanità degli Stati Uniti. “Useranno anche loro il nostro protocollo”, ha assicurato Giuseppe De Donno.