Si è tolto la vita ieri pomeriggio Giuseppe De Donno, l’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova che per primo l’anno scorso aveva iniziato la cura del Covid con le trasfusioni di plasma iperimmune, la terapia che prevedeva l’infusione di sangue di guariti dal coronavirus, opportunamente trattato, in altri pazienti malati.
De Donno aveva 54 anni e si era dimesso dall’ospedale di Mantova ai primi giorni di giugno per cominciare, lo scorso 5 luglio, la nuova professione di medico di base a Porto Mantovano. L’Ansa scrive che ancora non sono chiare le circostanze del suicidio e del ritrovamento del corpo, che sarebbe avvenuto da parte di alcuni parenti.
L’ex primario abitava a Curtatone (Mantova). Lascia la moglie Laura, e due figli, Edoardo e Martina. Molti gli attestati di cordoglio da parte di molti cittadini attoniti per la scomparsa, che hanno ricordato De Donno per aver salvato molte vite con la sua terapia. Sul decesso indagano i carabinieri. Gli uomini del colonnello Antonello Minutoli, comandante provinciale dei carabinieri di Mantova, coordinati dalla Procura di Mantova stanno indagando per accertare eventuali responsabilità di terzi.
Nei primi mesi del 2020 Giuseppe De Donno è stato al centro di violenti attacchi mediatici per via della sua terapia al plasma, rivelatasi efficacissima nel trattamento contro il covid. Con il suo trattamento, esportato anche negli Usa, l’ospedale di Mantova, ma anche a Pavia, era stato per oltre un mese con zero decessi.
“La terapia con il plasma costa poco, funziona benissimo, non fa miliardari. E io sono un medico di campagna, non un azionista di Big Pharma”, disse il professore a giugno 2020 quando si sentiva sotto attacco mediatico.
Ospitato in alcune trasmissioni televisive De Donno fu bistrattato e gli fu tolta anche la parola, alla presenza di pseudo virologi collusi con Big Pharma, che lo denigrarono parlando che la terapia – senza effetti collaterali, efficace e soprattutto a bassissimo costo -, non era una cura adeguata a combattere il covid. Lui invece dimostrò con i fatti che il plasma guariva nel giro di 48 ore i pazienti che avevano contratto il virus. E furono in tanti lo scorso anno ad interessarsi di lui. Anche il leader della Lega Salvini, che ha espresso cordoglio per la sua morte, lo scorso anno lo intervistò, prima di entrare nel governo delle larghe “intese” con Draghi, lo stesso che sta introducendo norme Liberticide e discriminatorie come il Green pass.
Erano i mesi di attesa dei vaccini sperimentali e ogni terapia efficace, come il plasma iperimmune, venne subito demolita da sedicenti scienziati al soldo delle case farmaceutiche.
Infatti i vaccini sperimentali vennero poi autorizzati in emergenza (mai approvati) dalle agenzie del farmaco col pretesto (falso) che non vi erano cure adeguate ed efficaci nella lotta al covid.
Il professor Giuseppe De Donno è stato purtroppo vittima di un sistema disonesto quanto criminale; un professionista serio che non apparteneva a cerchi magici, ma guidava il reparto di pneumologia di Mantova con passione, dedizione e abnegazione. Poi è evidentemente entrato nel mirino di potenti lobby per via del fatto che salvava vite con una terapia efficace e poco costosa. Possiamo dire, senza timore di smentita, che il suo prematuro decesso ha dei responsabili morali.
Covid, che fine ha fatto la terapia salvavita del plasma iperimmune? Un mistero