Il piano Tsipras piace all’Eurogruppo e sembra avere il placet dei massimi vertici della Troika, Fmi, Bce e Ue, nonché l’approvazione da parte dei leader politici europei. Robusta la richiesta greca: 12 miliardi di euro invece di otto che erano nella precedente proposta.
La proposta del premier greco offre riforme che appaiono dure. Qualcosa ci sta, come l’addio alle pensioni “baby”, l’aumento delle tasse per armatori e sui beni di lusso, ma altre sono tese a frenare crescita e consumi come la rinuncia allo sconto dell’Iva per le isole turistiche e l’aumento della tassazione sulle imprese che sono quelle che creano occupazione e fanno Pil. Il premier Tsipras dovrà trovare sin da oggi il consenso anche nel Parlamento greco.
Mentre a Bruxelles si discute del piano, la multinazionale Bloomberg scrive che la Grecia sembra aver chiesto un prestito triennale all’Esm (o Mes, il meccanismo di stabilità europea, ovvero fondo salva Stati) di 53 miliardi di euro. Il colosso dei Mass media cita una bozza del documento messo a punto da Atene nel quadro del nuovo pacchetto di salvataggio. Il prestito dovrebbe coprire le esigenze finanziarie della Grecia fino al 2018, garantendo il rimborso di prestiti per 46 miliardi dovuti per la maggior parte a Fmi e Bce, in scadenza il 30 giugno 2018.
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All’indomani della presentazione all’Eurogruppo del piano con le riforme, che riguarderanno in particolare Fisco, pensioni e mercato del Lavoro, spunta quindi la nuova richiesta avanzata da Atene.
Intanto le reazioni al piano Tsipras raccolgono il consenso dei partner europei. Il presidente francese, Francois Hollande, giudica le proposte greche “serie e credibili” e afferma che il “programma” consegnato ai creditori mostra la determinazione della Grecia a restare nella zona euro.
Il premier italiano Matteo Renzi afferma: “Speriamo di non rivederci anche domenica: vuol dire che l’accordo sulla Grecia può essere fatto anche nella giornata di sabato dai ministri dell’Economia”, dichiara al termine dell’incontro con il primo ministro irlandese Enda Kenny.
My speech today at the European Parliament in Strasbourg. http://t.co/OKYIAhon3r #Greece #EPlenary #olomeleiaEK pic.twitter.com/6900SQHdCS
— Alexis Tsipras (@tsipras_eu) 8 Luglio 2015
“Sono più ottimista del passato – prosegue il premier -, dobbiamo salvare la Grecia con il supporto del suo governo altrimenti è impossibile. Nessuno pensi che dopo aver fatto le riforme a casa nostra l’Italia vada ora con la faccia soddisfatta in Europa. Rimane in piedi il tema del rapporto tra crescita e austerity e vogliamo che l’Europa torni a essere la casa dello sviluppo, non delle statistiche”.
Nel caso in cui la previsione di un accordo entro sabato, ribadita da Renzi, dovesse realizzarsi, i summit in programma domenica non si terranno. Lo fanno sapere fonti dell’Unione europea. Ma all'”affascinante discorso” fatto da Tsipras a Strasburgo due giorni fa (“La Grecia è stata usata come cavia per le vostre politiche di austerità che sono fallite”), e soprattutto forte della vittoria referendaria, la sua proposta sembra cedere alle richieste della Troika poiché include sacrifici simili a quelli che Monti richiese all’Italia nel 2011.
Il Piano di Tsipras “Lacrime e sangue”
Non ci sarà più lo sconto dell’Iva alle isole turistiche entro il 2016. Per ristoranti e catering l’aliquota aumenterà al 23% mentre per gli alberghi al 13%: Tagli significativi alla Difesa che salgono a 300 milioni di euro entro la fine del 2016.
Inoltre, è previsto l’aumento delle tasse sugli armatori, forse la più accettata come la tassa sui beni di lusso (sale dal 10 al 13%), di quella sulle imprese (dal 26% al 28%), ma anche del contributo di solidarietà sul reddito e, se necessario, della tassa sugli immobili dopo la revisione catastale.
Il piano greco abolisce anche il contributo di solidarietà per pensionati entro il 2019. Sono previsti risparmi su pensioni tra lo 0,25-0,50% del Pil nel 2015 e l’1% dal 2016 in poi, tagliando progressivamente le “baby pensioni” (creando disincentivi) e innalzando l’età pensionabile a 67 anni entro il 2022.
Un piano di tagli e riforme duro e rigido che somiglia molto quello “lacrime e sangue” fatto da Mario Monti nel 2011, si mormora sui social. Se sarà servito a qualcosa il referendum greco lo si saprà a breve. Al momento sembra che il premier stia andando in direzione opposta all’indicazione del popolo greco. La cosa che più peserà, se vera, è la richiesta all’Esm di 53 miliardi di euro. Denaro che si rivela un cappio al collo per le future generazioni poiché richiede appunto, oltre alla restituzione con tassi di interessi elevatissimi, piani di maggiore austerità e massicce politiche di privatizzazione.