Disordini e caos a Los Angeles, in California, dove migliaia di manifestanti protestano contro la decisione del presidente americano Donald Trump di trasferire migliaia di immigrati clandestini a Guantanamo per poi via via rimpatriarli.
Scene di guerriglia si vedono sui media statunitensi con persone che si sono scagliate contro la Polizia arrivando anche ad un “corpo a corpo” con gli agenti che hanno lanciato lacrimogeni per disperdere i dimostranti. Si sono sviluppati diversi incendi nella città di Hollywood. Trump per sedare la protesta ha inviato nella metropoli californiana migliaia di soldati della Guardia nazionale e centinaia di Marines.
Il sindaco di Los Angeles, Karen Bass, ha annunciato l’imposizione del coprifuoco in alcune zone del centro della città dalle 20 alle 6 ora locale (dalle 5 alle 15 in Italia), riporta l’agenzia Ansa.
“Ho dichiarato l’emergenza locale e imposto il coprifuoco” notturno nella seconda città più grande degli Stati Uniti “per fermare vandalismi e saccheggi”, ha detto Bass in una conferenza stampa.
“Quando ci sarà la pace a Los Angeles i soldati se ne andranno”, ha detto dal canto suo Donald Trump, parlando con i giornalisti al seguito. Quanto alle regole di ingaggio dei militari nella città, il presidente americano non ha dato indicazioni precise: “E’ molto semplice: se i manifestanti sono pericolosi, se tirano mattoni, se sputano in faccia agli agenti, se prendono a pugni le persone, l’esercito risponderà con una grande forza e loro finiranno in galera per lungo tempo”, ha spiegato Trump.
Il Dipartimento di Stato americano non intende rivelare l’identità dei migranti illegali che saranno spediti a Guantanamo dopo che il Wahington Post ha scritto che potrebbero esserci anche italiani, francesi, tedeschi e britannici. “Non è certo una dinamica gestita dal Dipartimento di Stato.
Non specificherò nessuna nazionalità degli immigrati clandestini”, ha detto la portavoce Tammi Bruce precisando che “non è una novità che trasferiamo gli immigrati illegali che hanno compiuto dei crimini a Guantanamo prima che vengano rimandati nel loro Paese d’origine: non è la destinazione finale”.
La giornata di ieri
Alla vigilia di una mega parata che celebrerà a Washington i 250 anni dell’esercito americano e il giorno del suo 79esimo compleanno, Donald Trump ha raddoppiato la presenza di soldati a Los Angeles per tenere sotto controllo le manifestazioni e annunciato l’invio di 9.000 migranti nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo. Fra questi, secondo quanto rivela il Washington Post, ci sarebbero anche degli italiani, oltre a persone provenienti da Gran Bretagna Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Lituania, Polonia, Turchia e Ucraina, ma anche da altre parti del mondo, tra cui molti provenienti da Haiti.
È improbabile, secondo quanto riferito dalle fonti al Washington Post, che l’amministrazione Usa informi i governi di origine degli stranieri sui trasferimenti imminenti verso la famigerata struttura militare, compresi stretti alleati degli Stati Uniti come Italia Gran Bretagna, Germania e Francia. Le persone che saranno deportate a Guantanamo sono tutti “immigrati illegali”.
Mentre nelle strade della città della California al quinto giorno di proteste la situazione sembra essere più tranquilla, il presidente americano si dice pronto ad invocare l’Insurrection Act, la legge del 1807 usata per l’ultima volta da George Bush nel 1992.
Quattromila militari della Guardia Nazionale e 700 marines saranno dispiegati per almeno due mesi nella città della California, secondo le nuove disposizioni del commander-in-chief che, in un post su Truth, ha rivendicato di aver preso la decisione migliore per la città della California. “Se non avessi mandato le truppe a Los Angeles le ultime tre notti, quella città, un tempo splendida e grandiosa, sarebbe ora in fiamme”, ha attaccato Trump.
“Non permetterò che gli Stati Uniti siano distrutti da migranti illegali e criminali del Terzo Mondo”, ha quindi commentato in un intervento a Fort Bragg, chiedendo all’Europa “di fare qualcosa per l’immigrazione prima che sia troppo tardi” perché “l’immigrazione incontrollata porta caos e distruzione”. “Libereremo Los Angeles e la renderemo di nuovo sicura”, ha detto ancora sostenendo che le manifestazioni nella città sono guidate da “rivoltosi pagati che sventolano bandiere straniere con l’obiettivo di invaderci”.
Non solo: parlando nello Studio Ovale Trump ha avvertito di essere pronto ad inviare militari ovunque si verifichino manifestazioni di protesta contro le autorità per l’immigrazione. “Se ci saranno rivolte in altre città useremo una forza uguale o maggiore”, ha minacciato, dichiarando che sarà usata la forza anche contro eventuali proteste alla parata militare di sabato nella capitale. “Non ho sentito di nessuna protesta, ma queste sono persone che odiano il nostro Paese”, ha detto il presidente Usa.
Una linea durissima, dunque, che ha trovato l’inaspettato sostegno di Elon Musk. Il patron di Tesla ha pubblicato su X lo screenshot di un post del presidente su Truth in cui si afferma che il governatore della California, Gavin Newsom, e il sindaco di Los Angeles, Karen Bass, “dovrebbero chiedere scusa alla popolazione”, aggiungendo anche bandiere americane a un post di JD Vance in cui il vice del tycoon sostiene che “il presidente non tollererà rivolte e violenza”.
Ma il pugno di ferro del repubblicano non si ferma ai confini nazionali. Secondo Politico, nelle prossime ore potrebbero cominciare le deportazioni di 9.000 migranti a Guantanamo, la prigione una volta destinata ai terroristi dell’11 settembre (e non solo) che Trump ha adibito come centro di detenzione di immigrati illegali. Si tratterebbe di un aumento esponenziale rispetto ai circa 500 migranti trattenuti per brevi periodi sull’isola da febbraio, e di un passo avanti verso il piano annunciato dal presidente a gennaio, che prevede l’utilizzo della struttura per ospitare fino a 30.000 migranti.
La ragione ufficiale dei trasferimenti è liberare posti letto nei centri di detenzione americani, ma l’utilizzo della famigerata struttura vuole anche inviare un segnale volto a scoraggiare l’immigrazione illegale. Intanto, mentre Donald Trump ribadisce che invocherà l’Insurrection Act se ce ne sarà bisogno, continua la battaglia legale con il governatore della California che ha annunciato una seconda causa.