Mercoledì nero per le Borse europee che hanno bruciato in poche ore 233 miliardi di euro. L’intera seduta, è stata caratterizzata da forti cali nel settore petrolifero (indice Stoxx -5,14%), con il greggio sprofondato a 26,55 dollari a New York, dei metalli (-5,17%), con tutte le quotazioni in calo ad eccezione di oro e argento, e delle banche (-4,28%). In ribasso del 3,5% alcuni dei principali listini europei come Parigi, Madrid e Londra; Francoforte contiene il calo a -2,8%.
Nel settore bancario le vendite si sono concentrate sulle italiane Mps (-22,20%), Carige (-17,79%) e Banco Popolare (-10,88%). Sotto pressione Alpha Bank (-10%) nella Borsa di Atene.
Sui bancari in generale pesano i timori legati al destino dei non performing loans e che la polemica tra governo italiano e Unione europea renda più difficile la nascita della bad bank.
Seduta in forte ribasso per Piazza Affari, a Milano (Ftse Mib -4,83% a 18.880 punti), che però ha conosciuto momenti ben peggiori in passato, come l’8% lasciato sul campo nell’ottobre del 2008 o il -7,57% dell’11 settembre 2001. Brillanti gli scambi (3,56 miliardi di euro), in linea con altre recenti sedute. L’intero paniere dei grandi titoli ha chiuso in rosso, con Mps (-22,2%) fanalino di coda, Carige (-17,79%), preceduta da Banco Popolare (-10,88%) e Saipem (-10,44%).
Fra i petroliferi pesante Saipem, più volte in asta di volatilità durante la seduta, che chiude con un ribasso di oltre il 10%, sul prezzo del greggio e sul prossimo aumento di capitale.
Ferrari, Fiat Chrysler (Fca) e la controllante Exor perdono più del 7%. Fca ha perso appeal speculativo dopo lo scorporo di Ferrari e la quotazione alla borsa di Milano a inizio gennaio.
Italcementi (-0,49%), nessun titolo ha perso meno dell’1%, solo Tod’s (-1,83%) ed Stm (-1,17%) invece hanno ceduto meno di due punti percentuali. Difficile immaginare qualcosa di diverso quando a circa mezz’ora dalla fine le azioni congelate al ribasso erano ben 14 e l’indice Ftse Mib cedeva il 5,2%. Considerando però anche i titoli a media capitalizzazione non sono mancate le sorprese: Damiani (+3,97%), Pierrel (+2,05%), Ratti (+1,3%) e l’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna (+1,11%).
La chiusura per Piazza Affari è stata pesante ma è ben lontana dalle 10 peggiori sedute che si ricordino. In particolare l’indice delle blue chips milanesi non perdeva tanto dal 5 gennaio del 2015 (-4,92%), mentre nell’ottobre del 2008 era riuscito a cedere l’8% e l’11 settembre 2011 il 7,57%. Da inizio anno l’indice milanese è sotto del 16,11% e si è quindi mangiato il rialzo dell’intero 2015 (+13%).
S&P 500 brucia 2.000 mld dlr da inizio anno – Lo S&P 500 ha bruciato quasi 2.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato dall’inizio dell’anno. Lo riporta la Cnbc.
Petrolio affonda a New York – Il petrolio chiude in calo a New York, dove le quotazioni perdono il 6,71% a 26,55 dollari al barile. Dall’inizio dell’anno le quotazioni hanno perso quasi il 30%.
Crollano mercati Asia, è Orso in Giappone. Tokyo -3,7% – Tuffo in terreno negativo per le Borse asiatiche che crollano ai minimi degli ultimi tre anni. Con i prezzi delle materie prime che affondano cresce la domanda di beni rifugio e cala la fiducia degli investitori nell’economia globale. Tokyo perde il 3,71% ed entra in un cosiddetto mercato ‘orso’, Hong Kong perde il 3,5%, ai livelli più bassi della crisi finanziaria globale. Alla radice di questa ondata di vendite, commentano gli analisti, ci sono gli sbalzi nei prezzi del petrolio. La Borsa di Shanghai e Shenzen hanno chiuso in calo dell’1,03%, Seul del 2,34 per cento. Spread chiude in rialzo a 117 punti, ai massimi da settembre.
Crolla rublo, oltre 90 su euro – Il rublo ha superato quota 90 sull’euro e prosegue la sua caduta libera sullo sfondo del calo del prezzo del petrolio. La valuta russa perde terreno anche sul dollaro, scambiato alla borsa di Mosca a 82,14 rubli.