“Con quale serenità potrà esprimersi la giustizia? Il Capo dello Stato ritiene normali questi toni?”. A chiederselo in una nota è Matteo Salvini, commentando l’articolo de la “Verità” che pubblica alcune chat tra magistrati che attaccavano duramente l’allora vicepremier e ministro dell’Interno.
“Che dire? Questi sono alcuni gentili magistrati intercettati e agli atti…”, dice poi leggendo in un video postato sui social alcuni passaggi delle intercettazioni telefoniche tra magistrati che lo attaccano. In giacca e cravatta con al fianco il tricolore, il leader della Lega mostra dal suo ufficio il fascicolo che lo riguarda: “Questo è il mio fascicolo processuale, il capo di imputazione di cui dovrò rispondere e lo farò in totale serenità, è sequestro di persona aggravato e continuato per aver privato della libertà personale 131 migrati a bordo della nave Gregoretti nel luglio 2019…. Io mi chiedo: con quale serenità si potrà esprimere la giustizia italiana? Il capo dello Stato ritiene normale questo tono e questo contenuto tra magistrati? Leggo: “bisogna attaccarlo anche se ha ragione, gli italiani sono con lui…Salvini è una merda…””.
“Io sono tranquillo – dice Salvini – perché ho difeso l’onore, la dignità e la sicurezza del mio Paese. Ma non sono tranquillo da italiano se quello che abbiamo letto su ‘La Verità’, che ringrazio, corrisponde al vero e non ne dubito. Spero che chi di dovere intervenga, non per un problema mio, perché ho solo difeso il mio Paese non ho sequestrato nessuno e se dovessi tornare a fare il ministro, farei esattamente la stessa cosa. Però sentire in bocca a magistrati, che giudicano non solo me ma magari domani anche voi il fatto che uno va attaccato solo e soltanto per motivi politici non mi fa stare tranquillo”.
Il leader della Lega ieri ha telefonato al capo dello Stato per informarlo di queste chat e degli attacchi politici e personali. Il leader della Lega ha espresso il proprio stupore per le rivelazioni del quotidiano “La Verità” dal titolo “La chat delle toghe su Salvini: Anche se ha ragione lui adesso dobbiamo attaccarlo” documenta uno scenario gravissimo: diversi magistrati nei loro colloqui privati concordavano su come attaccare la mia persona”. E’ un passaggio della lettera inviata da Matteo Salvini a Sergio Mattarella in cui il leader della Lega spiega al capo dello Stato che “è innegabile che la fiducia nei confronti della Magistratura adesso vacilla al cospetto delle notizie sugli intendimenti di alcuni importati magistrati”.
“Come noto, a ottobre inizierà l’udienza preliminare innanzi al GUP presso il Tribunale di Catania ove sono chiamato a rispondere dell’ipotesi di sequestro di persona per fatti compiuti nell’esercizio delle mie funzioni di Ministro dell’Interno”. “Mi appello al Suo ruolo istituzionale, quale Presidente della Repubblica e del CSM, affinchè mi venga garantito, come deve essere garantito a tutti i cittadini, il diritto ad un processo giusto, davanti a un giudice terzo e imparziale”. E’ questa un’altra richiesta che Salvini dichiara di aver fatto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.