“C’è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa per quello che riguarda una svolta nel caso, non direi che c’è stato un momento di svolta perché la questione è stata seguita dall’inizio. Le interlocuzioni con l’Iran sono di natura diplomatica e di intelligence, il governo è tenuto alla riservatezza in questi casi. Mantovano è stato al Copasir ed è pronto a tornare nel caso in un’ulteriore audizione, ricordiamo che in Iran sono presenti altri 500 italiani e bisogna essere molto cauti”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in una conferenza stampa a Roma in cui ha trattato il caso della liberazione della giornalista Cecilia Sala, ma ha anche affrontato diversi altri temi.
“Ieri – ha aggiunto la presidente del Consiglio – è stata una bella giornata per l’Italia intera, per il sistema Italia per le tante persone che ci hanno lavorato, una bella giornata per me e vi farò una confessione: tra le molte cose che accadono quando si ricopre un incarico complesso come il mio posso dirvi che non ho provato un ‘emozione più grade in questi anni rispetto a quando ho detto alla madre di Cecilia che sua figlia tornava a casa. Voglio condividere con voi questo e ringraziare i tanti che hanno permesso che questo accadesse”.
“Per quello che riguarda Abedini – l’ingegnere iraniano in carcere a Opera -, il caso è al vaglio del ministero della Giustizia, c’è un vaglio tecnico e politico, e secondo il trattato con gli Stati Uniti”, ha detto Meloni. “E’ una vicenda che bisogna continuare a discutere con gli amici americani: avrei voluto parlarne con Biden, che ha dovuto annullare il viaggio e a cui mandiamo la nostra solidarietà. Le interlocuzioni ci sono e ci saranno: il lavoro ancora complesso non è terminato ieri e penso si debba discutere nei dettagli nelle sedi opportune”.