22 Settembre 2023

Cosa sappiamo finora dello schianto dell’aereo di Prigozhin? I punti che non tornano

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Dopo il disastro aereo in Russia in cui sono morte dieci persone, tra cui vi sarebbero (condizionale d’obbligo) anche il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin e il suo vice Dmitry Utkin, c’è molta confusione.

Finora le notizie date dalle autorità non contribuiscono a fare chiarezza. Un alone di mistero avvolge l’accaduto. Di certo c’è che l’aereo è stato abbattuto volontariamente, ma le responsabilità non sono ancora state acclarate e probabilmente, come in molti altri casi, coi depistaggi, non lo saranno mai.

Ieri Putin ha espresso il suo cordoglio per la morte delle dieci persone aggiungendo che il suo ex cuoco a capo della Wagner era una persona di talento ma che ha commesso errori gravi. Come ad esempio l’ammutinamento del suo battaglione in Ucraina e la tentata marcia verso Mosca per scalzare il ministro della Difesa russo, secondo Prigozhin, responsabile del mancato appoggio dell’esercito regolare durante la presa di Bakhmut. Ammutinamento che era stato “chiarito” qualche tempo fa al Cremlino in un incontro tra Prigozhin e lo stesso Putin.

I media occidentali hanno già detto, come da copione, che le responsabilità del disastro sono di Mosca. Putin in risposta ha fatto sapere che il tentativo delle cancellerie occidentali di addossare la colpa alla Russia “sono insinuazioni senza fondamento. Non siamo stati noi”.

I punti che non tornano sono diversi. Il comandante dell’esercito privato – ha fatto sapere il capo della Federazione russa -, “era tornato dall’Africa il giorno prima”. Prigozhin doveva andare dalla capitale a San Pietroburgo, dove il gruppo di mercenari ha la sua sede principale. Circa seicento km di distanza.

Secondo alcune indiscrezioni che circolano sui media, il capo di Wagner si muoveva sempre con due o più aerei o elicotteri di proprietà del suo gruppo. E poteva registrarsi con uno ma poi volare con un altro? Sicuro. Non c’è nulla di strano, o era comunque consuetudine, che adottasse stringenti precauzioni dal momento che il “macellaio” era nella “lista nera” di tutti i servizi segreti occidentali; uno marchiato, come si suol dire, “Wanted”.

Si parla di un secondo aereo di Yevgeny che sarebbe atterrato a Mosca nello stesso arco temporale dell’incidente. Sarà vero, sarà falso, chissà! Con Prigozhin a bordo? Mistero.

Certo, ci sono alcune anomalie nella narrazione ufficiale. Acclarato l’abbattimento, i dieci cadaveri sono stati rinvenuti a brandelli e carbonizzati nell’area del disastro. I resti delle vittime sono stati inviati a Mosca per il riconoscimento tramite DNA. Però, ecco che per incanto i media lanciano la ‘velina’ in cui si legge che è (sarebbe, ndr) stato ritrovato il telefonino di Prigozhin accanto ai resti. Un telefonino “integro”. Uno dei tanti che portava con sé il comandante della Wagner. E allora c’è da chiedersi come è possibile che un aereo precipiti per diecimila metri in picchiata, prendendo fuoco, e il telefono, a detta di questi velinari, non abbia neanche un graffio? Altro mistero, uno dei tanti. E’ lecito ancora chiedersi: ma non è che Prigozhin, per Mosca, sarebbe più utile da “morto” che da vivo?

Cosa si ipotizza sull’incidente
In attesa di conoscere più dettagli dalla scatola nera, secondo alcune fonti le indagini stanno valutando la possibilità di un’esplosione causata da un ordigno esplosivo collocato nel vano ruota. Ciò ha provocato il distacco delle ali, la decompressione esplosiva e l’aereo che è entrato in una spirale. Altre fonti suggeriscono che la bomba potrebbe essere stata localizzata vicino alla zona dei gabinetti.

I corpi trovati sul luogo dell’incidente sono irriconoscibili, quindi sono stati inviati a Mosca per l’analisi genetica. Nonostante le notizie sulla presunta identificazione dei resti di Yevgeny Prigozhin e Dmitry Utkin, non è stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale in merito.

Il conflitto pubblico tra Prigozhin e Shoigu ha un impatto significativo sulla situazione relativa all’incidente aereo, con parti della popolazione che già attribuiscono la colpa della tragedia prima ancora che iniziassero le indagini. Allo stesso tempo, la situazione dà origine a varie teorie e ipotesi su quanto accaduto.

In rete circolano speculazioni sul futuro della compagnia militare privata Wagner. Fonti occidentali riferiscono dell’inizio del ritiro del personale dalla Bielorussia e condividono immagini satellitari dello smantellamento di un campo. Tuttavia, come notato dai media dell’opposizione bielorussa, lo smantellamento in realtà è iniziato a metà agosto ed è legato a considerazioni di segretezza.

Il futuro di Wagner PMC dipende da diversi fattori, tra cui l’utilizzo razionale delle risorse, la preservazione dei sistemi logistici e le iniziative di coloro che sono coinvolti nelle operazioni dell’azienda in Africa e in altre regioni.


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