19 Marzo 2024

In Ue scricchiola il Green pass, e Cunial non può votare mentre i ‘positivi’ possono

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Scricchiola l’impianto giuridico del Green pass. Ad infliggere un duro colpo alla motivazione giuridica della tessera verde la stessa Unione europea. Dopo il ricorso da parte di cinque eurodeputati contro l’obbligo di presentare il certificato Covid per accedere al Parlamento europeo, il presidente del Tribunale Ue ha deciso di sospendere temporaneamente tale misura. Secondo quanto deciso dalla Corte dell’Unione europea il Green pass verrà sostituito da un autotest negativo.

La Corte europea gela i sostenitori del green pass. Antonellis: “Lede la sovranità delle persone”
La decisione della Corte appare una conferma delle possibili criticità giuridiche del Green pass. Vulnus evidenziato dal retroscenista politico Marco Antonellis, citato da Radio Radio, non solo sul piano giuridico ma anche su quello della rappresentanza democratica. Limitare l’accesso a parlamentari democraticamente eletti nei luoghi di espletamento della loro funzione pubblica si configura per Antonellis come un significativo depotenziamento della sovranità elettorale dei cittadini.

L’analisi di Marco Antonellis a “Un giorno speciale”
“Togliere il Green pass? Sarebbe un segnale di pacificazione nei confronti del paese. L’unico vero problema l’ha creato Forza Nuova ma non aveva a che fare con la questione green pass. Il Green pass andrà comunque rimaneggiato, piaccia o no al ministro Speranza, per un motivo molto semplice: in Europa cominciano ad accorgersi che non va bene. Noi parlavamo di problemi giuridici sull’attuazione del Green pass, infatti il Parlamento europeo consente ora di entrare in Parlamento anche senza Green pass e ha sospeso la regola che vincolava l’accesso solo ai muniti di pass. Questo perché è una questione che va a ledere la sovranità delle persone. Il rappresentante in Europa o nel Parlamento italiano è lì perché è stato eletto dagli elettori, dal popolo sovrano. Il Green pass andrà inevitabilmente rivisto”, conclude 

Intanto è di ieri la notizia che alla deputata del Misto – L’Alternativa c’è, Sara Cunial, è stato impedito l’accesso in aula a Montecitorio per poter votare il presidente della Repubblica. Il motivo? La parlamentare non ha il Green pass. Cunial ha chiesto che le venisse fornita la scheda fuori ma la richiesta è stata respinta. Un piccolo inciso va fatto: in aula sono stati ammessi a votare i parlamentari che sono risultati positivi al cosiddetto covid. Deputati e senatori che secondo i protocolli di Speranza e Cts dovrebbero stare in quarantena.

La Cunial, che è sanissima, invece di farla entrare in aula perché comunque è una rappresentante eletta dai cittadini, è stata volutamente tenuta fuori, evidentemente per le sue posizioni di dissenso verso i regimi di Conte e Draghi.

Spiega Cunial, dopo una giornata di tensioni tra i partiti che tra incontri e contro incontri fra le forze di maggioranza, non hanno ancora trovato la quadra su chi puntare per eleggere come capo dello Stato al posto del non rimpianto Mattarella.

Cunial: “Non molliamo! Ci vediamo domani”

“Nel tardo pomeriggio – afferma l’onorevole –  siamo finalmente riusciti ad ottenere un’assunzione di responsabilità di chi ha vietato a un parlamentare democraticamente eletto e sano, l’accesso al seggio elettorale. C’è la firma del Presidente Roberto Fico su questo oltraggio alla democrazia e alla Costituzione, non solo nei miei confronti, ma nei confronti di tutta quella parte di popolo italiano che non si piega a umiliare la propria intelligenza e dignità sottoscrivendo un’inutile e insensata tessera di regime. Domani saremo di nuovo lì, a chiedere che siano rispettati i diritti di milioni di cittadini. Questa è una battaglia di tutti e per tutti”, ha concluso la parlamentare che ha sottolineato come, in questo caso, querelerà il presidente della Camera Fico per aver impedito ad una rappresentante del popolo di poter partecipare, alla pari di altri, all’elezione del nuovo presidente della Repubblica.


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