19 Marzo 2024

Dai pm di Bergamo trapela l’ipotesi di ‘omicidio colposo’ contro Speranza e CTS

Storie di omissioni e trasparenza zero nella Bergamasca ad inizio della cosiddetta pandemia. Il mistero del report sparito e il ruolo dei supertecnici al ministero della Sanità. Pare sia indagato anche l'ex capo di gabinetto del ministro, misteriosamente dimessosi nei giorni scorsi. Dopo due anni di inchiesta sembra che l'epilogo sia vicino. Intanto gli italiani aspettano con fiducia

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Omicidio colposo. Secondo alcune indiscrezioni raccolte dal Giornale e trapelate dalla Procura di Bergamo, sarebbe questa la nuova ipotesi di accusa che il pool di pm coordinati dal Procuratore capo Antonio Chiappani sarebbe intenzionata a muovere nei confronti del ministro della Salute Roberto Speranza, dei vertici del ministero della Sanità e dei suoi dirigenti e del Cts.

Un’ipotesi che sembrerebbe confermata anche dalle parole pronunciate dallo stesso Chiappani al Corriere della Sera, quando sul mancato aggiornamento del Piano pandemico – denunciato per primo dal rapporto Oms curato da Francesco Zambon e fatto sparire 24 ore dopo la sua pubblicazione nel maggio 2020, non senza il pressing dello stesso Speranza – prima di evocare la legittima competenza della Procura di Roma dice:

«Dipende, se lo leggo come un nesso di causalità con i troppi morti della Bergamasca, no. Se lo considero un reato in sé allora la questione cambia». È questa, spiega una fonte vicina alla Procura che parla con il Giornale per la prima volta, la circostanza che potrebbe spiegare una doppia accelerazione delle indagini.

Da un lato la mancata applicazione potrebbe essere collegata all’aumento indiscriminato dei morti nella Bergamasca, ipotesi rilanciata dai familiari delle vittime difesi dai legali guidati da Consuelo Locati che hanno fatto causa civile al governo chiedendo 100 milioni di risarcimento.

Ci sarebbe un legame tra le bare di Bergamo e le omissioni del ministero, un nesso causa-effetto che la relazione del virologo Andrea Crisanti, pronta per essere depositata dai pm, avrebbe definitivamente chiarito. Dall’altro, però, essendo il piano previsto da una direttiva Ue, la sua mancata applicazione va imputata all’intero esecutivo, il cui giudice naturale è a Roma.

E non è un caso se oggi dal tribunale capitolino trapela l’indiscrezione di un avviso di garanzia per Goffredo Zaccardi, ex capo di gabinetto di Speranza chiamato pesantemente in causa nel pasticciaccio tra Roma e Oms sul report fatto sparire perché imbarazzava il governo e definiva la gestione della pandemia «caotica e creativa». Zaccardi non a caso si è misteriosamente dimesso qualche settimana fa.

Ma chi ha veramente deciso di ritardare la zona rossa tra Alzano e Nembro? Perché qualche giorno prima del lockdown della Bergamasca i militari sembravano dover chiudere la Bergamasca, salvo poi cambiare e ricambiare idea? L’ha chiesto la giornalista dell’Agi Manuela d’Alessandro al Consiglio di Stato, che ha dato 30 giorni al governo per rispondere. Un altro pezzo del puzzle che si compone. (Il Giornale)


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