Si è conclusa qualche giorno fa la sperimentazione sull’utilizzo del plasma convalescente nei pazienti critici affetti da Covid-19. Lo studio, condotto congiuntamente al Policlinico San Matteo di Pavia a partire da marzo, ha visto il coinvolgimento di varie strutture dell’ospedale di Mantova: Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, diretta da Massimo Franchini; Pneumologia, diretta da Giuseppe De Donno; Medicina di Laboratorio, diretta da Beatrice Caruso; Malattie Infettive, diretta da Salvatore Casari. Lo fa sapere l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Mantova.
Sono in corso le analisi dei dati raccolti dagli specialisti nell’ambito del progetto e la successiva pubblicazione. Al servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale del Carlo Poma sta intanto procedendo a pieno regime la raccolta del plasma da pazienti guariti, con un ritmo di 6-7 prelievi al giorno.
Una gara di solidarietà da parte dei donatori, ormai oltre 60, che si propongono anche da fuori provincia e da altre regioni italiane per offrire il prezioso emocomponente. A breve partiranno nuove sperimentazioni multicentriche, alle quali ASST di Mantova intende aderire per potere continuare a utilizzare questa importante terapia antivirale contro il coronavirus.
“I professionisti dell’ASST – è scritto in una nota – ringraziano ufficialmente per la proficua collaborazione i colleghi di Pavia, con particolare riferimento al direttore del Servizio Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Cesare Perotti e al responsabile del Laboratorio di Virologia Molecolare Fausto Baldanti”.
L’utilizzo del plasma di pazienti guariti sui malati affetti da Covid è apparsa la carta vincente sul fronte della cura nei due nosocomi che in molti sperano che venga estesa in tutta Italia. A Mantova, che da circa un mese non hanno decessi, la siero terapia hanno iniziato a praticarla con successo nelle scorse settimane. Stessa cosa al San Matteo di Pavia.
Secondo i medici, i pazienti malati dopo il trattamento si rimettono rapidamente: “Dalle 2 alle 48 ore”, ha detto il direttore di Pneomologia e terapia intensiva Giuseppe De Donno. Non trattandosi di un farmaco, il plasma ha pochissimi costi, è sicuro e senza effetti collaterali. Le persone guarite dal coronavirus che donano il loro sangue devono essere persone sane.
Viene chiamato plasma iperimmune perché è carico di anticorpi. Al Poma di Mantova con la siero terapia è guarita totalmente anche una giovane donna incinta arrivata in ospedale in condizioni disperate.