“La riserva di oggi è l’anticamera del veto”, ha detto il premier Matteo Renzi ricordando che il bilancio Ue è stato deciso dal governo Monti ed è “negativo per l’Italia: noi mettiamo nella cassaforte Ue 20 miliardi e ne prendiamo indietro 12. C’è un criterio di solidarietà europeo. Ma se alcuni Paesi europei fanno i furbi, in particolare modo sull’immigrazione, noi quando si tratterà di discutere il nuovo bilancio Ue siamo pronti a mettere il veto. Quella di oggi è una riserva”.
“Non ho alcuna riserva verso l’ideale europeo – ha sottolineato il presidente del Consiglio – Ma l’Europa deve provare ad avere uno sguardo ampio sul mondo, non può essere quella dell’egoismo e dei muri, con un atteggiamento anti-italiano sulla questione migratoria”.
“Non possiamo fare la figura di quelli che si fanno prendere in giro né possiamo non dare risposte a quelli che muoiono nel Mediterraneo o lasciare la Sicilia da sola”, ha aggiunto Renzi.
Bruxelles, aggiunge Renzi, voleva “lasciare i siciliani a farsi carico dell’immigrazione, di salvare migliaia di vite, di farsi carico delle soluzioni e della complessità della vicenda. E poi riempiono di soldi i Paesi europei che non accettano non soltanto un accordo che loro hanno firmato, ma con i nostri soldi alzano i muri”.
A margine del Consiglio Affari Generali a Bruxelles, il sottosegretario Sandro Gozi ha fatto sapere che il veto alla proposta di compromesso fatta dalla presidenza slovacca per la revisione di mid-term del bilancio pluriennale della Ue è “a favore delle nostre priorità”, come immigrazione, sicurezza, disoccupazione giovanile o programmi per la ricerca.
“Abbiamo confermato la nostra riserva sull’adozione del riesame del bilancio multiannuale, che senza l’accordo dell’Italia non può essere adottato perché richiede l’unanimità”. “Lo abbiamo fatto – spiega Gozi – perché riteniamo che sia una proposta su cui dobbiamo avere ancora molte garanzie sul reale aumento a favore delle nostre priorità: immigrazione, sicurezza, risorse europee per i giovani (siano per la lotta contro la disoccupazione o l’Erasmus), i programmi di successo come Horizon2020 cu cui non possiamo assolutamente accettare dei tagli, e la flessibilità del bilancio europeo per una maggiore capacità di reagire alle crisi. “Non siamo né nazionalisti né populisti – afferma Gozi -. Siamo molto stanchi delle ambiguità e delle contraddizioni europee”.