Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri sarebbero di nuovo indagati dalla procura di Firenze come possibili mandanti delle stragi di mafia del 1992 e 1993.
La procura, titolare dell’inchiesta sulle stragi mafiose dei primi anni ’90, che già altre due volte aveva aperto un’inchiesta su Berlusconi (l’ultima archiviata nel 2011), ha ottenuto dal gip la riapertura del fascicolo a loro carico dopo aver ricevuto da Palermo le intercettazioni dei colloqui in carcere del boss di Cosa nostra Giuseppe Graviano, effettuate nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.
Graviano era stato arrestato nei mesi scorsi perché ritenuto, insieme a un boss di ‘ndrangheta Filippone, di essere i mandanti dell’omicidio di due carabinieri in Calabria. I due esponenti apicali sono stati rinviati a giudizio nella prima decade di ottobre.
Il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, scrivono i due quotidiani, ha delegato alla polizia giudiziaria lo svolgimento di verifiche. I nomi dell’ex premier e dell’ex senatore Dell’Utri, anche di lui (in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa) parlerebbe Graviano nelle intercettazioni, sono stati iscritti con intestazioni che dovrebbero coprirne l’identità, come nelle precedenti inchieste sui presunti mandanti nascosti delle stragi.
“Ridicolo indagare Berlusconi per le stragi di mafia. Solito intervento politico di una parte della magistratura. Andrò a salutarlo giovedì sera al suo comizio a Catania prima di incontrare e abbracciare i cittadini insieme a Musumeci alle 19.30 in piazza teatro Massimo”. Così il segretario della Lega, Matteo Salvini. Reazioni critiche in tutto il mondo politico del centrodestra. Per l’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini “è una infamia”.