di Alessandro Orsini
Putin trasferisce testate nucleari in Bielorussia giacché il loro uso richiede quattro condizioni necessarie ancorché insufficienti. La prima condizione è materiale: le testate nucleari devono essere posizionate in un sito vicino all’Ucraina che ne favorisca il lancio. La seconda è giuridica: Putin deve costruire un quadro normativo che giustifichi l’uso delle armi nucleari. A tal fine, ha annesso, oltre alla Crimea, Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Lugansk. La dottrina russa giustifica l’uso dell’arma nucleare per difendere il territorio nazionale.
La terza condizione è psicologico-sociale. Putin deve ottenere il consenso della popolazione. Da questo punto di vista, l’enorme impegno profuso dalla Nato in Ucraina, la retorica estremista di Stoltenberg che giura che l’Ucraina aderirà alla Nato dopo avere sconfitto la Russia sul campo, la designazione della Russia come Stato sponsor del terrorismo da parte del Parlamento europeo e il mandato di cattura contro Putin spiccato dalla Corte penale internazionale, promuovono la costruzione del clima interno favorevole al gesto estremo.
I media dominanti in Italia rappresentano queste mosse come gesti rivolti soltanto contro Putin, mentre i russi le interpretano come attacchi contro tutti loro. La Nato dichiara di combattere contro Putin, ma i russi ritengono che combatta contro la loro patria. La quarta condizione è la rassicurazione della Casa Bianca, peraltro già incassata, che gli Stati Uniti non replicherebbero con l’arma nucleare contro il territorio russo.
Finora ho elencato le condizioni necessarie per l’uso dell’arma nucleare. Domandiamoci che cosa manchi per arrivare al giorno più tragico della storia d’Europa. Manca che la Russia venga a trovarsi davanti alla prospettiva di una sconfitta certa. La mia tesi è che, ove una simile circostanza si verifichi, la Cina entrerebbe in guerra al fianco della Russia interpretando la guerra in Ucraina e quella eventuale a Taiwan come un’unica guerra contro l’imperialismo americano.
Fino a quando sarà possibile, Putin cercherà di vincere la guerra con le armi convenzionali. Nella logica cinese, gli Stati Uniti non devono vincere contro la Russia affinché non pensino di vincere contro la Cina. Soltanto un’alleanza militare Russia-Cina può bilanciare lo strapotere del blocco occidentale.
I giornalisti italiani che sostengono le politiche della Casa Bianca esortano a non dare credito alle minacce di Putin. A loro dire il trasferimento delle testate nucleari in Bielorussia è un bluff. Il problema è che avevano considerato un bluff anche la minaccia dell’invasione. Ecco la mia conclusione sotto forma di regolarità: il pericolo che il regime russo usi l’arma nucleare è inversamente proporzionale ai suoi successi sul campo. Se i secondi diminuiscono, il primo aumenta e viceversa.
Siccome è solare che Putin userebbe il nucleare in caso di necessità, perché i media dominanti in Italia lo negano? La risposta è semplice: per creare consensi intorno alle politiche di Biden in Ucraina. Gli italiani devono essere rasserenati per ridurre il rischio delle proteste popolari. E se poi la Russia usasse il nucleare? Semplice: Corriere della Sera, Repubblica, Stampa, Foglio, Giornale, Libero e Radio 24 incentrerebbero il dibattito pubblico sulla condanna morale dell’arma nucleare da parte della Russia per impedire di discutere le enormi responsabilità di Ursula vor der Leyen e Roberta Metsola – due spaventose nullità politiche – nella corsa verso la catastrofe.