Ancora un agguato di stampo camorristico a Napoli. A essere ucciso, un ragazzo di 21 anni, Renato Di Giovanni, giovane calciatore che militava nella primavera del Napoli. L’omicidio è avvenuto alle 12.30 circa in via dell’Epomeo, nelle vicinanze della chiesa Santa Maria di Montevergine.
Il giovane, che abitava in via Coclite, stava camminando a piedi quando un commando lo ha avvicinato in moto freddandolo con diversi colpi di pistola. Secondo quanto è trapelato, ad ammazzarlo sarebbero state due persone in sella a uno scooter che poi si sono dileguati.
Inutili i soccorsi. Renato Di Giovanni è morto dopo pochi istanti. Sul luogo dell’omicidio sono intervenuti i carabinieri di Bagnoli e il reparto investigazioni scientifiche del Comando provinciale che avviato indagini per risalire agli autori. Gli investigatori hanno trovato a terra sei bossoli calibro 9 e due frammenti di ogiva verosimilmente dello stesso calibro.
Il ragazzo aveva precedenti per droga e per questo lo scorso ottobre era stato arrestato. Attualmente era sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Secondo quanto appreso, l’omicidio potrebbe essere maturato negli ambienti del crimine organizzato.
Non è ancora chiaro, ma il crimine che insanguina ancora la capitale del Sud, si inquadrerebbe nell’ambito di uno scontro tra clan rivali come i Sorianiello e Vigilia che, secondo gli investigatori, si contendono gli affari illeciti nel quartiere Soccavo di Napoli.
Una delle piste al vaglio degli investigatori citati dall’Ansa, sarebbe quella di un presunto “sconfinamento” del giovane, che avrebbe “spacciato” droga in una zona di Soccavo senza il benestare del clan. Ma è tutto ancora da accertare. Gli inquirenti stanno verificando tutti i suoi contatti.
La salma del giovane è stata trasferita nel II Policlinico di Napoli dove, nei prossimi giorni, sarà sottoposta all’autopsia. Parenti e amici, sono straziati da questa morte assurda e incomprensibile.
Di Giovanni era un appassionato del Napoli. Aveva una grande passione per il calcio in generale. Uno sport che pure praticava, sin da piccolo. E’ stato infatti allevato in uno dei vivai partenopei dove fece gavetta sino a giungere alla Primavera del Napoli con cui giocò al torneo di Viareggio.
Lasciò il calcio per gli ambienti infami che dominano il Napoletano. Una promessa e un talento apprezzato per grandi sfide future, ma i camorristi “senza cervello”, quelli che usano la pistola per dimostrare al mondo di esistere, glielo hanno impedito conducendolo alla morte. Aveva solo vent’anni.